Autore: Veronica Russo

Sedazione profonda

Tra gli argomenti di cui si parla in questo momento vi è il trattamento farmacologico per la sedazione profonda, utilizzato nelle fasi finali di vita di pazienti che devono affrontare sofferenze fisiche e morali a causa della propria malattia  

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Nausea e vomito da chemioterapia

La nausea e il vomito sono tra gli effetti collaterali più temuti dai soggetti che devono sottoporsi a una chemioterapia per un tumore perché hanno un grande impatto sulla qualità di vita. La nausea e il vomito possono anche influenzare l’andamento della terapia perché se non sono controllati in modo adeguato possono spingere il soggetto a interrompere la terapia e a non fare i cicli successivi che invece sono fondamentali. Inoltre nausea e vomito possono causare anoressia e disidratazione con un conseguente calo delle riserve nutritive e dei sali minerali. Da qui l’importanza della prevenzione e di un trattamento antiemetico adeguato. Con questa guida si vuole aiutare i soggetti in terapia a conoscere le strategie per prevenire i sintomi anticipatori di nausea e vomito e avere le principali indicazioni sulle terapie possibili per ridurre nausea e vomito.
Si ricorda tuttavia che in caso di nausea e vomito è sempre necessario contattare il medico e spiegare come si manifestano i sintomi.
In particolare questa Guida vuole rispondere ai seguenti quesiti:

1. Quando possono comparire nausea e vomito da chemioterapia?
2. Quali fattori possono favorire la comparsa di nausea e vomito da chemioterapia?
3. Ci sono farmaci utili per il controllo di nausea e vomito da chemioterapia?
4. Quali cibi conviene assumere per prevenire la nausea e il vomito da chemioterapia?
 

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La persona con una gastrostomia endoscopica percutanea (PEG)

La gastrostomia endoscopica percutanea, abbreviata abitualmente con l’acronimo PEG, è una metodica di nutrizione enterale (in cui cioè gli alimenti vengono assorbiti dall’intestino) che si adotta in casi particolari, quando non è possibile nutrirsi. Rispetto ad altre tecniche è meglio tollerata. Nella gestione di una persona con una PEG è molto importante il ruolo di chi l’assiste e di familiari che oltre a conoscere le informazioni di base sul sistema devono anche tenere presenti i problemi psicologici che sono legati all’impossibilità di alimentarsi naturalmente.
Con questa Guida si vogliono fornire indicazioni e consigli sui comportamenti raccomandati e su quelli da evitare per una persona con una gastrostomia. In particolare si risponderà ai seguenti quesiti:

1. Quando è indicata la PEG?
2. Che cosa bisogna sapere su come viene messa una PEG?
3. Ci possono essere complicanze con la PEG?
4. Quali accorgimenti occorre avere quando si assiste una persona con una PEG?

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Attività fisica

Se da una parte gli studi hanno dimostrato che praticare attività fisica regolarmente ha effetti benefici sulla salute e riduce il rischio di malattie croniche, dall’altra le indagini statistiche hanno rilevato che la percentuale di persone che non pratica attività fisica è in aumento: in Europa tra il 40 e il 60% della popolazione conduce una vita sedentaria.
Con questa Guida si vuole spiegare perché è utile fare attività fisica e come riuscire a integrare il tempo per la ginnastica nella routine quotidiana. In particolare si cercherà di rispondere ai seguenti quesiti:

1. Che cosa si intende per attività fisica?
2. Perché è utile fare attività fisica?
3. Con quale frequenza occorre fare attività fisica?
4. Come si può integrare l’attività fisica nella vita quotidiana?
5. Ci sono rischi nel praticare attività fisica?

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Bambini: lo sport è importante

Il movimento nei bambini è importante, via libera a passeggiate, corse all’aria aperta, giochi

Quando si comincia la scuola, dai 6 anni in poi i bambini trascorrono molte ore dietro il banco, a casa poi passano altro tempo seduti per fare i compiti e, finiti quelli a guardare la tv, o al computer: questo tempo in parte necessario, nasconde un grosso rischio, quello della sedentarietà.

La sedentarietà non solo impigrisce i piccoli, ne condiziona anche il benessere psicofisico: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sottolinea l’importanza di attività fisica adeguata nel periodo della crescita.L’attività fisica contribuisce allo sviluppo armonioso di molti apparati (ossa, muscoli, legamenti, cuore, polmoni. Inoltre, favorisce il mantenimento del peso ideale e facilita la coordinazione e il controllo dei movimenti. Cosa fare quindi per promuovere la salute di tutti gli apparati e, in generale uno sviluppo equilibrato e il benessere psicofisico dei più piccoli? Secondo gli esperti dell’OMS è necessario praticare almeno 60 minuti al giorno di attività fisica di intensità da moderata a elevata. Ogni sport ha delle caratteristiche e può essere più adatto ad una fascia di età piuttosto che a un’altra. Per orientarvi verso lo sport da scegliere per il vostro bambino nel rispetto delle sue preferenze ma anche delle sue necessità di sviluppo potete visitare il sito del ministero della Salute all’indirizzo www.salute.gov.it  e, nello specifico la sezione Sport e bambini, diamoci una mossa.

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La trombosi venosa profonda

La trombosi venosa profonda è una condizione che ogni anno nella popolazione generale colpisce una persona su mille. Spesso non si manifesta con sintomi evidenti, in alcuni casi è difficile da diagnosticare e può dare luogo a conseguenze gravi come l’embolia polmonare (ostruzione acuta che può essere completa o parziale di uno o più rami dell’arteria che porta sangue ai polmoni) o l’insufficienza venosa cronica. E’ noto che alcune condizioni, come l’immobilità o la gravidanza, aumentano il rischio è importante quindi mettere in atto tutti i mezzi di prevenzione disponibili. Con questa Guida si vogliono fornire le indicazioni sulla prevenzione della trombosi venosa profonda. In particolare si cercherà di rispondere a i seguenti quesiti:

1. Che cos’è la trombosi venosa profonda?
2. Quali sono le principali cause di trombosi venosa profonda?
3. In che cosa consiste la profilassi della trombosi venosa profonda?
4. Quali sono i metodi fisici per la prevenzione della trombosi venosa profonda?
5. Quali sono i metodi farmacologici per la prevenzione della trombosi venosa profonda?

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La gestione della stitichezza

La stitichezza è un disturbo molto frequente nei Paesi industrializzati; colpisce il 3-10% dei bambini e tende ad aumentare con l’età fino a raggiungere il 20-40% nei soggetti sopra i 65 anni di età. Inoltre circa il 40% delle donne in gravidanza soffre di stitichezza in particolare nei primi tre mesi.
La maggior parte dei casi di stitichezza non è determinato da una condizione specifica ed è difficile determinarne la causa esatta.
Per la prevenzione e il trattamento spesso è sufficiente seguire una dieta adeguata e modificare alcune abitudini di vita.
Questa guida vuole aiutare i cittadini a gestire la stitichezza riducendo così il rischio di complicanze. In particolare si cerca di rispondere ai seguenti quesiti:

1. Quando si può parlare di stitichezza?
2. Quali sono le cause della stitichezza?
3. Come va trattata la stitichezza?
4. Come si può prevenire la stitichezza?

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Tatuaggi e conseguenze

I tatuaggi sono oggi molto diffusi, non altrettanto una chiara e precisa conoscenza dei possibili rischi e complicanze. Lo dimostra anche l’ultimo studio della Commissione UE sul fenomeno, assieme a rischi e complicanze derivanti da pigmenti e strumenti. In Italia una normativa in materia è ancora assente

E’ un report dal titolo Safety of tattoos and permanent make up che permette di scoprire molte informazioni importanti per la propria sicurezza e salute in tema di tatuaggi.

Il report è il prodotto di uno studio mirato, promosso dalla Commissione UE, il quale, oltre ai dati, presenta proposte soprattutto per un’armonizzazione delle norme a livello europeo, così come sulla definizione controlli e misure sui requisiti e criteri per la valutazione della sicurezza dei tatuaggi.

Le statistiche indicano che il 12% degli europei (circa 60 milioni) e il 24% dei cittadini degli Stati Uniti sono oggi tatuati: si può dire che lo sono le donne più degli uomini e i giovani molto più degli adulti. Spesso però la scelta del tatuaggio è stata assunta senza una conoscenza precisa delle possibili complicanze, anche perché in Italia e in vari altri Paesi europei non esiste una normativa che regolamenti i tatuaggi e gli studi in cui si devono effettuare.

Ecco i principali problemi messi in evidenza dal rapporto:

  • I tatuaggi possono comportare infezioni, allergie acute e ipersensibilità ritardata 
  • Alcune delle sostanze usate per i tatuaggi potrebbero essere rischiose per lo sviluppo di cancro: negli inchiostri spesso sono inclusi idrocarburi policiclici aromatici, ammine aromatiche primarie, metalli pesanti e conservanti, senza controlli specifici
  • Alcune componenti utilizzati per il tatuaggio possono provocare infezioni: non solo gli strumenti, ma anche i pigmenti, a volte scadenti e non autorizzati per l’uso in prodotti cosmetici
  • Non sono previsti requisiti specifici per i laboratori o studi in cui si effettuano, in base alla normativa vigente
  • Non si dispone in realtà di una casistica delle complicanze da tatuaggio, più che altro di natura dermatologica. La maggior parte dei reclami sono transitori e riguardano la guarigione delle ferite. Si conoscono reazioni a inchiostri rossi e neri, che possono rendersi manifeste dopo una latenza lunga (decenni)
  • Anche i trattamenti con terapia laser per la rimozione dei tatuaggi non è priva di inconvenienti, in particolare disturbi della pigmentazione della pelle (5-15% dei pazienti

Da ricordare, tra i contenuti del rapporto:

  • Gli effetti negativi sulla salute legati all’applicazione e alla rimozione di tatuaggi sono riportati in letteratura, ma i potenziali effetti a lungo termine dell’esposizione ai prodotti chimici in inchiostri sono ancora sconosciuti e potrebbero diventare critici nel tempo a causa del numero elevato di persone tatuate
  • Servono ulteriori campagne di informazione sui rischi per i potenziali clienti, in particolare mirate agli adolescenti e ai giovani, consentendo una scelta consapevole. La formazione di tatuatori dovrebbe poi essere obbligatoria e coprire almeno alcuni argomenti chiave. Nella popolazione vi è una bassa percezione del rischio. Ci si basa principalmente sulle informazioni fornite dai tatuatori, genitori o amici, o attraverso i mass media e internet. Tra gli studenti, la consapevolezza sui rischi infettivi sembra essere più elevato che in quelle non infettive, ma che la conoscenza è spesso solo superficiale. 
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BPCO – Broncopneumopatia cronica ostruttiva

BPCO significa broncopneumopatia cronica ostruttiva. E’ il termine usato dai medici per indicare una malattia respiratoria cronica caratterizzata da un’ostruzione delle vie aeree che peggiora nel tempo.

La BPCO è la combinazione di due differenti alterazioni dell’apparato respiratorio comunemente note: la bronchite cronica e l’enfisema polmonare.
La bronchite cronica è un’infiammazione dei bronchi che determina un aumento di spessore della parete delle vie aeree e un accumulo di catarro. L’enfisema polmonare è determinato dalla progressiva perdita di elasticità dei polmoni che compromette la funzione respiratoria.
Nel mondo, la BPCO è in aumento e ha un grande impatto medico e sociale. I dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) la collocano al quinto posto come causa di mortalità e al 12° posto come causa di disabilità.
Il fumo di sigaretta e l’inquinamento ambientale sono i fattori di rischio più importanti.

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Delirium post operatorio

La collaborazione dei familiari della persona operata con l’équipe assistenziale è importante per individuare i primi segni del delirium e gestirlo correttamente.
Nella gran parte dei casi il delirium post operatorio, comunque, non lascia alcun segno e la persona riprende poi completamente le sue funzioni cognitive.
Con questa Guida si vuole aiutare i familiari a capire se l’anziano è a rischio e quali comportamenti devono essere segnalati al medico perché devono far sospettare uno stato confusionale. In particolare si affronteranno i seguenti quesiti:

1. Che cos’è il delirium post operatorio?
2. Chi è a rischio di delirium?
3. Come va gestito il delirium?
4. Come si può prevenire il delirium?
 

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