Nella terza età quantità e qualità del sonno si modificano, tanto che l’anziano può diventare irritabile, stanco e coi riflessi lenti, tutte condizioni che mettono a repentaglio la sua sicurezza.
Dormire è un’attività fisiologica che consente di recuperare le energie psichiche e fisiche spese durante il giorno. Nell’età anziana il sonno si modifica: in generale le fasi di sonno più profondo diventano più brevi, a vantaggio delle fasi di sonno più leggero. Anche a causa di questi cambiamenti, molti anziani lamentano numerosi risvegli durante la notte e un sonno meno riposante rispetto a quando erano giovani.
Ma il sonno si altera anche per altri motivi: nell’anziano si ha una minore produzione di melatonina, ormone che regola il ritmo sonno-veglia (il cosiddetto ritmo circadiano), di conseguenza con l’avanzare degli anni si osserva uno spostamento dei tempi del sonno verso la prima sera. La sonnolenza comincia più precocemente, ci si addormenta presto, spesso davanti al televisore, e poi ci si risveglia presto lamentandosi di non riuscire a riaddormentarsi.
Può essere opportuno rivolgersi al medico di famiglia per effettuare una valutazione del proprio sonno se:
- durante la giornata si è irritabili;
- si ha difficoltà a rimanere svegli quando si guarda la televisione o se si è seduti in poltrona o per esempio a teatro;
- si ha difficoltà di concentrazione;
- le persone che ci conoscono dicono che abbiamo la faccia stanca;
- si fa fatica a controllare le emozioni;
- si sente il bisogno di bevande a base di caffeina per rimanere svegli;
- si hanno i riflessi lenti;
- si sente il bisogno di fare un pisolino quasi tutti i giorni.