Il dolore post operatorio

Tenere sotto controllo il dolore favorisce anche la guarigione della ferita e riduce il rischio di complicazioni. Con questa Guida si vogliono fornire gli strumenti per aiutare a valutare il dolore e spiegare quali possono essere gli interventi, farmacologici e non, per ridurlo. In particolare si cerca di rispondere alle seguenti domande:

1. Come ci si può preparare all’intervento per avere meno dolore dopo?
2. Come si valuta il dolore post operatorio?
3. Quali sono gli interventi farmacologici per ridurre il dolore post operatorio?
4. Quali sono gli interventi non farmacologici?

Come ci si può preparare all’intervento per avere meno dolore dopo?

Prima dell’intervento è bene parlare con il proprio medico perché si è visto che le persone più informate sul tipo di intervento cui devono sottoporsi e sul decorso post operatorio riescono a gestire meglio l’ansia e ciò avrebbe effetti benefici anche sul controllo del dolore. L’incontro pre operatorio deve quindi servire per chiedere tutte le informazioni necessarie sul tipo di intervento in modo da ridurre l’ansia e la preoccupazione. Inoltre è bene indicare al medico quali terapie si stanno assumendo e quali antidolorifici si sono presi in passato, se sono stati efficaci o se ci sono stati problemi o effetti negativi.

E’ VERO CHE PENSARE A COME ORGANIZZARE IL RIENTRO A CASA RIDUCE L’ANSIA E DI CONSEGUENZA PUÒ AIUTARE A TENERE SOTTO CONTROLLO IL DOLORE?

VERO. Durante il colloquio pre operatorio è bene chiedere al medico quale sia in genere il decorso post operatorio e quali potrebbero essere i problemi a cui si va incontro in seguito, così da poter organizzare al meglio il rientro a casa. Sembra infatti che le persone che riescono a organizzare il rientro a casa per tempo abbiano meno stress, meno ansia e di conseguenza riescano a controllare meglio il dolore.

E’ VERO CHE CI SONO PIÙ FATTORI CHE INTERVENGONO SULL’INSORGENZA, INTENSITÀ E DURATA DEL DOLORE POST OPERATORIO?

VERO. I fattori che determinano il dolore post operatorio sono:
– le caratteristiche dell’intervento (sede, durata e tipo di intervento, tipo di anestesia, presenza di drenaggi, sondini, cateteri e autonomia alimentare e di movimento);
– le caratteristiche della persona (età, soglia del dolore, fattori socioculturali, profilo psicologico, grado di istruzione);
– la condizione generale della persona e dell’ambiente (conoscenze sul tipo di intervento e sul decorso post operatorio, presenza di assistenza continua).

E’ VERO CHE È POSSIBILE INDICARE IN FASE PRE OPERATORIA SE L’INTERVENTO CAUSERÀ PIÙ O MENO DOLORE?

VERO. Premesso che il dolore è un fattore soggettivo e quindi molto variabile, è possibile indicare in funzione del tipo di intervento se il dolore sarà modesto, severo o grave.

Come si valuta il dolore post operatorio?

La misurazione del dolore è fondamentale per offrire la terapia più adatta per la singola persona. Il dolore è un’esperienza soggettiva quindi non può essere misurato con uno strumento meccanico ma deve essere valutato in funzione di quanto viene dichiarato da chi ne soffre.
Le linee guida raccomandano agli operatori sanitari di utilizzare una delle seguenti scale di valutazione:

  • la Numerical Rating Scale (NRS), una scala che misura il dolore da zero (nessun dolore) a dieci (massimo dolore possibile);
  • la Visual Analogue Scale (VAS), una scala che visualizza il dolore su una linea di 10 cm, orizzontale o verticale, che va da assenza di dolore a il massimo dolore possibile;
  • la Verbal Rating Scale, una scala basata su cinque aggettivi ordinati in sequenza crescente (dal meno al più intenso).

Il dolore compreso tra 1 e 3 è considerato di livello modesto, il dolore tra 4 e 6 è forte, mentre il livello tra 7 e 10 è grave.

E’ VERO CHE IN CASO DI UNA PERSONA COLPITA DA DEMENZA NON SI POSSONO UTILIZZARE LE SCALE DI VALUTAZIONE DEL DOLORE?

VERO. La persona con demenza potrebbe non essere collaborativa. In questi casi occorre valutare altri segnali come le espressioni del viso (smorfie di dolore, aggrottamento delle sopracciglia, espressione triste, spaventata), i lamenti, i sospiri e i gemiti. L’agitazione improvvisa o comportamenti insoliti sono le modalità con cui la persona con demenza in genere cerca di comunicare la propria sofferenza. Va segnalato, però, che i cambiamenti repentini di umore non sono necessariamente un segno di dolore ma potrebbero indicare un altro bisogno, per esempio bisogno di mangiare, di bere o di andare in bagno ancora più difficili da interpretare dopo un intervento chirurgico. La famiglia in questi casi può essere di grande aiuto perché può dare indicazioni su come l’anziano esprime quello che prova e può segnalare se ci sono comportamenti insoliti.

E’ VERO CHE SE DOPO UN INTERVENTO CHIRURGICO LA PERSONA NON SI LAMENTA VUOL DIRE CHE NON HA DOLORE?

FALSO. Non bisogna trascurare la persona che non si lamenta perché il silenzio non significa necessariamente che non si abbia dolore. Le ragioni per cui una persona non si lamenta potrebbero essere causate dall’educazione e dall’eccessivo scrupolo nei confronti di chi assiste, così come nei casi di demenza il silenzio potrebbe dipendere dal fatto che la persona fa fatica a interpretare lo stimolo doloroso (vedi sopra). E’ bene quindi chiedere alla persona se ha male e valutare con regolarità l’intensità del dolore.

E’ VERO CHE IL DOLORE DEVE ESSERE VALUTATO PIÙ VOLTE AL GIORNO DOPO UN INTERVENTO CHIRURGICO?

VERO. In fase post operatoria il dolore deve essere valutato più volte al giorno. In genere gli operatori sanitari valutano il dolore:
– prima dell’intervento chirurgico;
– ogni tre ore nella prima giornata post operatoria;
– a ogni nuova comparsa di dolore;
– dopo ogni trattamento antidolorifico (un’ora dopo se la somministrazione di farmaco avviene per bocca, 30 minuti dopo se per via endovenosa o intramuscolare).
Il dolore deve essere valutato sia in condizione di riposo sia in movimento (se la persona è già in grado di muoversi).

E’ VERO CHE NELL’ANZIANO LA SOGLIA DEL DOLORE È PIÙ BASSA?

VERO. Nel paziente anziano la soglia del dolore può essere ridotta, così come la tolleranza al dolore. Sopra i 65 anni se la persona è collaborante si usa una scala semplice per la misura del dolore: assente, lieve, moderato, severo; se invece il soggetto non è collaborante occorre valutare il dolore prendendo in esame i suoi comportamenti.

Quali sono gli interventi farmacologici per ridurre il dolore?

I farmaci più utilizzati per il controllo del dolore post operatorio sono il paracetamolo, i farmaci antinfiammatori non steroidei, gli oppioidi deboli, gli oppioidi forti e gli anestetici locali. Tali farmaci possono essere somministrati singolarmente o in associazione tra loro. I farmaci devono essere somministrati a tempo fisso secondo le indicazioni del medico o comunque prima che il dolore raggiunga una intensità elevata. Anche se non si ha dolore occorre prendere la dose di farmaco prevista. Quando la persona avverte che il dolore sta aumentando deve inoltre chiamare il medico e chiedere se può assumere un’altra dose di farmaco anche se questa non era prevista. E’ importante infatti che il dolore sia sempre controllato. “Tenersi” il dolore non è una buona scelta.

E’ VERO CHE LA TERAPIA PER IL CONTROLLO DEL DOLORE PUÒ CAUSARE EFFETTI NEGATIVI?

VERO. Tutti i farmaci per il controllo del dolore possono causare effetti negativi in particolare si ricorda che i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) vanno evitati nelle persone che hanno avuto in passato ulcere o sanguinamenti gastrici, che hanno problemi di coagulazione o intolleranza accertata ai FANS (tutte situazioni che vanno sempre segnalate agli operatori sanitari).
Gli oppioidi invece possono causare nausea, vomito e depressione respiratoria; gli anestetici locali possono determinare ipotensione, reazioni allergiche, debolezza muscolare e reazioni tossiche cardiovascolari o a carico del sistema nervoso centrale in caso di dosaggio eccessivo.

E’ VERO CHE IL PARACETAMOLO CAUSA FREQUENTI REAZIONI ALLERGICHE?

FALSO. Le reazione allergiche al paracetamolo sono rare. Il paracetamolo, a differenza dei farmaci antinfiammatori non steroidei, non provoca effetti negativi sullo stomaco ma va usato con cautela nelle persone con insufficienza epatica.

Quali sono gli interventi non farmacologici?

Gli interventi non farmacologici sono utili soprattutto per le persone ansiose perché aiutano a ridurre lo stress. I rimedi non farmacologici comprendono:
– tecniche di rilassamento (aromaterapia, massaggi);
– tecniche di distrazione (leggere un libro, guardare un film);
– tecniche di visualizzazione guidata.
Inoltre sembrano apportare qualche beneficio le applicazioni del freddo e la stimolazione nervosa elettrica transcutanea (TENS).
Le linee guida più recenti raccomandano tuttavia di non abbandonare le terapie farmacologiche per quelle alternative ma di associare interventi farmacologici e non.

E’ VERO CHE LA MUSICOTERAPIA È UN INTERVENTO NON FARMACOLOGICO DI PROVATA EFFICACIA PER IL CONTROLLO DEL DOLORE?

FALSO. Attualmente pochi studi controllati hanno mostrato l’efficacia della musicoterapia nel ridurre il dolore dopo un intervento chirurgico. Tuttavia le attività distraenti in generale sono considerate utili dai pazienti perché distolgono la mente dal dolore e quindi ne migliorano il controllo.

E’ VERO CHE L’APPLICAZIONE DEL FREDDO È EFFICACE PER IL CONTROLLO DEL DOLORE POST OPERATORIO?

VERO. Secondo alcuni studi le applicazioni fredde possono aumentare la soglia del dolore, ridurre l’edema (il gonfiore) locale, gli spasmi muscolari e la congestione locale. L’applicazione del caldo va invece effettuata, nel caso, più tardi, 48 ore dopo l’intervento chirurgico.

E’ VERO CHE L’AGOPUNTURA RIDUCE IL DOLORE POST OPERATORIO?

VERO/FALSO. Attualmente sono disponibili pochi studi che dimostrino l’efficacia dell’agopuntura nel controllo del dolore post operatorio. Non è quindi possibile affermarne con certezza l’efficacia. Alcuni studi tuttavia ne hanno mostrato una qualche efficacia dopo interventi di chirurgia dentale.

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