Come prendere i farmaci

Comportamenti scorretti come conservare un farmaco a temperatura superiore rispetto a quanto raccomandato, oppure non seguire la procedura corretta di preparazione o ancora non rispettare i tempi dell’assunzione (per esempio prima o dopo i pasti) può compromettere l’efficacia della terapia e in alcuni casi può favorire la comparsi di effetti negativi. Con questa guida si vogliono fornire le indicazioni principali per una corretta assunzione della terapia, in particolare si cercherà di rispondere ai seguenti quesiti:

1. Come vanno conservati i farmaci?
2. Come si capisce se un farmaco è integro?
3. Come si “ricostituisce” un antibiotico?
4. Quali sono i problemi più comuni della corretta somministrazione di un farmaco?

Come vanno conservati i farmaci?

La corretta conservazione dei medicinali è fondamentale per mantenere inalterate le caratteristiche chimiche e fisiche del principio attivo fino alla data di scadenza. In generale i farmaci vanno conservati in un luogo fresco e asciutto lontano da fonti di calore e dalla luce diretta. La temperatura in genere deve essere inferiore ai 25°C, ma alcuni farmaci vanno conservati a bassa temperatura (tra 2 e 8 °C, per cui vanno tenuti in frigorifero) o possono richiedere attenzioni particolari (per esempio evitare l’esposizione alla luce perché fotosensibili); è sempre bene quindi leggere le raccomandazioni riportate sul foglietto illustrativo e seguire i consigli del medico.
Inoltre è buona norma conservare i farmaci nella loro confezione originale per avere sempre a disposizione il foglietto illustrativo e per poter verificare il numero di lotto e la data di scadenza del prodotto, oltre la quale il farmaco non deve essere più usato e deve essere eliminato.
I farmaci devono infine essere sempre conservati lontano dalla portata dei bambini, quindi in un armadietto posto in alto e con la serratura.

E’ VERO CHE È PREFERIBILE CONSERVARE TUTTI I FARMACI IN FRIGORIFERO?FALSO. Decidere di conservare tutti i farmaci in frigorifero indipendentemente da quanto riportato nel foglietto illustrativo è un errore perché i principi attivi possono assorbire troppa umidità con un aumento della fragilità per le compresse e di viscosità per le pomate. Come regola generale, i farmaci devono essere conservati a temperatura ambiente, tra gli 8 e i 25 gradi.
Si raccomanda tuttavia di leggere sempre quanto riportato sul foglietto illustrativo perché in casi particolari (per esempio l’insulina, alcuni antibiotici dopo la ricostituzione, alcuni fermenti lattici) può essere necessaria la conservazione in frigorifero, tra i 2 e gli 8 °C.
E’

VERO CHE LA LUCE DIRETTA PUÒ DETERIORARE IL PRINCIPIO ATTIVO?VERO. La luce solare può favorire il deterioramento del principio attivo, per questo le confezioni dei farmaci sono tali da evitare l’esposizione alla luce diretta. Preparare con largo anticipo la dose di farmaco da assumere estraendola dal contenitore o versando le gocce nel bicchiere dell’acqua, pronte per essere assunte al bisogno, sono pratiche frequenti ma non raccomandate perché possono interferire con la buona efficacia della terapia.
In particolare si segnalano alcuni farmaci particolarmente instabili se vengono esposti alla luce solare:
– la nifedipina (un farmaco per il cuore e la pressione), se esposta alla luce ha una stabilità di soli 14 minuti;
– la nitroglicerina (farmaco impiegato nella cura dell’angina cardiaca) va sostituita ogni 6 mesi perché la molecola è molto sensibile alla luce e al calore e una volta che il flacone è aperto va facilmente incontro a deterioramento.

Come si capisce se un farmaco è integro?

Per capire se un farmaco è ancora integro non è sempre sufficiente verificare la validità della data di scadenza. Se il farmaco non è conservato correttamente può aver perso parte della sua efficacia o in alcuni casi (antibiotici) potrebbe aver acquisito caratteristiche tossiche. Per capire se un farmaco è ancora integro è importante osservare il colore e l’aspetto: se si osservano cambiamenti di colore o della consistenza, oppure se si percepisce un sapore o un odore insolito è probabile che il medicinale sia alterato e quindi non deve essere assunto.

E’ VERO CHE UN FARMACO UNA VOLTA APERTO HA UNA DURATA DIVERSA RISPETTO A QUANTO RIPORTATO NELLA DATA DI SCADENZA?VERO. La data di scadenza, obbligatoriamente presente su tutte le confezioni di farmaci, si riferisce alla confezione integra e correttamente conservata. Una volta aperto ogni tipo di farmaco ha una durata diversa prima che diventi inefficace o addirittura nocivo.
Di seguito si riporta il periodo di validità delle più comuni forme farmaceutiche (fonte AIFA).
FORMA FARMACEUTICAVALIDITÀfiale e siringhepochi minutigranulati e polveri da sciogliere5 giornipomate in vasodai 5 ai 15 giornispray e gocce per nasodai 15 ai 20 giornicolliridai 15 ai 20 giornigocce e sciroppida 1 a 2 mesipomateda 2 a 3 mesicompresse in flaconcinoda 4 a 6 mesi

E’ VERO CHE UN FARMACO SCADUTO O DETERIORATO VA GETTATO NELLA SPAZZATURA GENERICA?FALSO. I farmaci scaduti o deteriorati non vanno gettati nella spazzatura né nell’acqua di scarico perché le sostanze presenti potrebbero essere ancora attive e produrre effetti tossici. Pertanto occorre usare gli appositi contenitori per la raccolta dei medicinali collocati all’interno o in prossimità delle farmacie.

Come si “ricostituisce” un antibiotico?

In genere i farmaci che si acquistano sono già pronti per l’uso, tranne alcuni antibiotici che vanno preparati al momento dell’uso. In genere la preparazione degli sciroppi consiste nell’aggiungere una precisa quantità d’acqua potabile alla polvere (antibiotico). In caso di antibiotici da iniettare o di colliri occorre miscelare la polvere con soluzione fisiologica sterile (spesso la soluzione è già fornita in un contenitore sterile).
Nelle confezioni di alcuni farmaci è presente un apposito misurino per dosare l’acqua, in altri casi è indicato sul flacone il livello che l’acqua deve raggiungere (si può ritrovare una freccia sull’etichetta del prodotto, o una riga o un solco direttamente sulla bottiglietta). In questo caso si consiglia di versare a occhio un po’ di acqua, miscelarla alla polvere, appoggiare il flacone su una superficie liscia, controllare che il livello dell’antibiotico corrisponda al livello indicato sulla confezione (se è inferiore, aggiungete ulteriore acqua). Prima di somministrare l’antibiotico è necessario ricordarsi di agitare per alcuni secondi il flacone.

E’ VERO CHE UNA VOLTA “RICOSTITUITO” L’ANTIBIOTICO VA CONSUMATO NELL’ARCO DI POCHI GIORNI?VERO. La data di scadenza indicata sulla confezione si riferisce al prodotto integro conservato correttamente; dopo la ricostituzione gli antibiotici hanno una durata che varia dai 7 ai 10 giorni. Per indicazioni precise è sempre opportuno leggere il foglietto illustrativo del farmaco prescritto.
Le preparazioni iniettabili dopo la “ricostituzione” hanno una durata estremamente breve (qualche ora).

Quali sono i problemi più comuni della corretta somministrazione del farmaco?

Secondo gli studi più recenti molti errori di somministrazione della terapia vengono commessi perché il malato o chi lo assiste ignora l’importanza di alcune raccomandazioni, per esempio si è visto che sono errori inconsapevoli:

– assumere farmaci per via orale accompagnandoli con tè o caffè: i farmaci andrebbero sempre assunti insieme a un sorso di acqua, in particolare vanno evitate bevande contenenti caffeina in caso di assunzione di farmaci ad azione antipertensiva, psicofarmaci e antinfiammatori;
– tritare le compresse e disperderle nel cibo per favorire l’assunzione: va evitato perché quando si trita la compressa si perde parte del principio attivo e quindi si assume una dose inferiore a quella raccomandata dal medico;
– assumere alcolici dopo l’assunzione del farmaco: l’alcol andrebbe sempre evitato quando si assumono farmaci perché può interagire con il principio attivo aumentandone l’effetto;
– assumere il farmaco insieme a succo di pompelmo: associare un farmaco al succo di pompelmo può determinare un aumento dell’effetto perché una delle sostanze contenute nel pompelmo (la naringina, che gli conferisce il tipico gusto amaro) interferisce con alcune proteine (enzimi) che il nostro organismo usa per metabolizzare il farmaco, in questo modo è come se si prendesse più farmaco del dovuto.

E’ VERO CHE MOLTI ERRORI DI SOMMINISTRAZIONE SI VERIFICANO PER DISTRAZIONE?VERO. La distrazione insieme alla scarsa conoscenza è una delle principali cause di errore nella somministrazione della terapia. Secondo uno studio pubblicato nel 2014 sulla rivista Pediatrics i bambini sono spesso vittime di errori causati dalla distrazione dei genitori. L’errore più frequente è la doppia somministrazione dello stesso principio attivo, tale errore può essere molto grave in caso di paracetamolo principio attivo usato comunemente per abbassare la febbre e che se somministrato in alta concentrazione in un bambino può causare gravi effetti negativi a carico del fegato.
Quando si somministra la terapia è quindi importante essere concentrati su quello che si sta facendo ed evitare distrazioni. Per evitare errori può essere utile segnare su un diario il nome del farmaco, la dose e l’ora in cui è stato preso, soprattutto quando il malato deve assumere più farmaci.
Si segnala che un altro errore frequente, causato sempre dalla distrazione, è lo scambio di un farmaco con un altro, soprattutto se le confezioni dei farmaci sono simili tra loro o se blister di farmaci diversi sono stati conservati in una sola scatola (vedi Come vanno conservati i farmaci?). Prima di assumere o somministrare un farmaco è quindi opportuno controllare che il farmaco, la dose e i tempi della somministrazione siano corretti.

E’ VERO CHE I FARMACI PER BOCCA VANNO ASSUNTI SEMPRE A STOMACO PIENO?FALSO. In linea di massima i farmaci per bocca dovrebbero essere assunti a stomaco vuoto, perché se assunti a stomaco pieno si riduce la velocità di azione e in alcuni casi si riduce anche l’efficacia. Il fenomeno è più accentuato con cibi molto caldi, viscosi e ricchi di grassi. La riduzione della velocità di assorbimento può diventare un fattore importante quando è richiesta una tempestiva attenuazione dei sintomi come per esempio quando si assume un analgesico per un dolore acuto (paracetamolo). In alcuni casi assumere i farmaci a stomaco pieno invece che a stomaco vuoto può interferire con l’efficacia della terapia perché il cibo si lega con il principio attivo e ne impedisce l’assorbimento, ciò si verifica per esempio con l’antibiotico tetraciclina.
Si segnala tuttavia che alcuni farmaci come gli antinfiammatori non steroidei vanno assunti dopo i pasti per ridurre il rischio di lesione della mucosa dello stomaco.
Si raccomanda quindi di leggere sempre il foglietto illustrativo.

E’ VERO CHE LE PERSONE CHE ASSUMONO ANTICOAGULANTI DOVREBBERO LIMITARE L’ASSUNZIONE DI VERDURA A FOGLIA VERDE?VERO. Le persone in terapia con i farmaci anticoagulanti per bocca dovrebbero limitare l’assunzione di alimenti particolarmente ricchi di vitamina K, perché questa vitamina ha un effetto opposto a quello del farmaco, riducendo la sua capacità di mantenere fluido il sangue. Sono alimenti ricchi di vitamina K:
– i cavoli;
– gli spinaci;
– la lattuga;
– i broccoli;
– i cavolini di Bruxelles;
– i ceci;
– il fegato di maiale e di manzo.
E’ VERO CHE QUANDO SI SOMMINISTRA UNO SCIROPPO SI PUÒ UTILIZZARE IL CUCCHIAIO INVECE DEL DOSATORE?FALSO. Quando si somministra uno sciroppo è sempre importante utilizzare il dosatore fornito nella confezione per essere certi di assumere la quantità di farmaco raccomandata. L’uso del cucchiaio o del cucchiaino va perciò evitato.

E’ VERO CHE LE PERSONE CHE ASSUMONO PIÙ FARMACI DOVREBBERO SEGNALARE AL MEDICO TUTTI I FARMACI CHE STANNO PRENDENDO PER EVITARE RISCHI DI INTERAZIONE TRA I FARMACI?VERO. Per una maggiore sicurezza nella prescrizione il medico deve avere un quadro chiaro e preciso di tutti i farmaci che la persona sta assumendo. E’ importante quindi riferire il nome e il dosaggio di tutti i farmaci (anche quelli di tipo erboristico oppure omeopatico) che si stanno assumendo, eventualmente portando tutte le confezioni nello studio medico per far prendere in esame la situazione. Il medico valuterà l’opportunità di modificare la terapia, aggiungendo, sostituendo o interrompendo la somministrazione di alcuni principi attivi.
Per ridurre il rischio di errore di assunzione è utile chiedere al medico le indicazioni e le raccomandazioni per ciascun farmaco. Sembra infatti che un malato consapevole dei farmaci che gli vengono somministrati, delle motivazioni della prescrizione e delle modalità precise dell’assunzione vada incontro a un minor rischio di errore nell’assunzione della terapia.

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