Come evitare di farsi male assistendo una persona con difficoltà motorie

Per prevenire questi disturbi è importante eseguire le manovre rispettando alcune tecniche corrette per muovere la persona assistita.
Con questa Guida si vogliono fornire le indicazioni per aiutare a prevenire i più frequenti disturbi muscolo-scheletrici. In particolare si cercherà di rispondere ai seguenti quesiti:

1. Perché la movimentazione di una persona con problemi motori aumenta il rischio di mal di schiena?
2. Come si può prevenire il mal di schiena?
3. Quali sono le principali tecniche di movimentazione?

Perché la movimentazione di una persona con problemi motori aumenta il rischio di mal di schiena?

Quando si aiuta una persona anziana o disabile a spostarsi dalla carrozzina al letto o dal letto alla carrozzina o nel bagno si mette sotto sforzo la propria schiena: da una parte ci sono le forze provocate dal peso e dalla massa della persona, dall’altra il nostro organismo bilancia queste forze mettendo in atto meccanismi automatici di “protezione”. Se durante questo sforzo l’assetto del corpo e di conseguenza la posizione della colonna vertebrale è corretto le forze si equilibrano senza causare conseguenze per la colonna vertebrale, se invece la posizione del corpo non è corretta si possono avere carichi eccessivi su alcuni punti della colonna vertebrale con conseguenze che vanno dalla compressione dei dischi intervertebrali fino a microfratture. I movimenti scorretti possono quindi causare dolore e disturbi anche gravi.

E’ VERO CHE L’AMBIENTE NON ADATTO PUÒ FAVORIRE LA COMPARSA DI DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI IN CHI ASSISTE UNA PERSONA?

VERO. La postura scorretta è la prima causa di disturbi muscolo-scheletrici, ma il problema è che spesso quando si assiste un malato è difficile assumere la postura più corretta perché l’ambiente non è sempre adeguato. Se lo spazio è stretto, chi assiste è costretto ad assumere posizioni non naturali, girando il proprio corpo in modo non adeguato, per l’impossibilità di adottare una posizione ergonomica (cioè in modo che utilizzi il proprio corpo senza procurarsi danni). A questo si aggiunge il rischio di scivolare, inciampare e cadere. Quando si assiste una persona con difficoltà motorie è quindi molto importante cercare di:
– organizzare l’ambiente in modo da avere spazio per le manovre (per esempio è utile mettere la persona su un letto singolo così da potervi girare intorno);
– controllare che sul pavimento non vi siano ostacoli e che non sia scivoloso;
– verificare di avere tutto quello che serve in posizione comoda.

E’ VERO CHE È PIÙ DIFFICILE SPOSTARE UNA PERSONA CHE UN OGGETTO DI PARI PESO?

VERO. A differenza di un carico pesante la persona da spostare è instabile e inoltre ha una conformazione tale da rendere difficile il rispetto di alcuni principi del corretto spostamento: le persone da spostare non possono per esempio essere mantenute vicine al corpo di chi le sta spostando e spesso non è possibile prevedere quello che succederà durante la movimentazione.

E’ VERO CHE IL MAL DI SCHIENA È L’UNICO RISCHIO CHE CORRONO LE PERSONE CHE ASSISTONO UNA PERSONA CON DIFFICOLTÀ MOTORIE?

FALSO. Il mal di schiena con dolori a livello lombare (in basso) e cervicale (parte alta) è sicuramente il disturbo più frequente in chi assiste, ma ci possono essere altre conseguenze a livello muscolare o tendineo.

Come si può prevenire il mal di schiena?

La prevenzione del mal di schiena e più in generale degli infortuni legati alla mobilizzazione è una questione importante per tutte le persone che assistono un’altra persona e si basa prevalentemente sull’utilizzo di tecniche di movimentazione e di ausili per favorire il sollevamento o il trasferimento. In linea di massima quando si deve spostare una persona con difficoltà motorie è importante:
– cercare sempre la collaborazione da parte della persona;
– assumere una postura il più possibile corretta con gambe divaricate e leggermente flesse, così da avere una superficie di appoggio ampia;
– evitare torsioni o posture incongrue;
– posizionarsi il più vicino possibile all’assistito, prima di iniziare qualunque tipo di movimentazione;
– verificare che le vie da percorrere siano sgombre da ostacoli e che la superficie del pavimento non sia scivolosa;
– verificare che il piano di lavoro sia alla giusta altezza in modo che le spalle e le ginocchia possano rimanere rilassate;
– muoversi con il peso vicino al corpo, piegare le ginocchia e tenere la schiena e il collo rilassati e la schiena diritta;
– controllare che la sedia a rotelle sia frenata e assicurarsi che il malato da alzare indossi calzature chiuse e comode e che l’ambiente sia ben illuminato.

E’ VERO CHE QUANDO SI DEVE SOLLEVARE UN MALATO È SEMPRE MEGLIO FARLO DA SOLI?

FALSO. Prima di sollevare un malato è necessario sempre pensare prima a quale è la tecnica che comporta un minore sforzo. Se c’è la possibilità di chiedere aiuto a un familiare o a un amico per sollevare il malato è bene farlo. Inoltre è sempre raccomandato stimolare il malato a collaborare.

E’ VERO CHE PRIMA DI COMINCIARE QUALSIASI OPERAZIONE DI SPOSTAMENTO OCCORRE VERIFICARE DI ESSERE IN PERFETTO EQUILIBRIO?

VERO. Prima di sollevare la persona che si sta assistendo è bene valutare che la propria posizione sia corretta. A tal fine occorre:
– verificare di avere le gambe leggermente divaricate;
– abbassarsi piegando le ginocchia;
– stabilizzare la schiena tenendola leggermente flessa in avanti ma ben sostenuta.

E’ VERO CHE ESISTONO ANCHE ATTREZZATURE SPECIFICHE PER AIUTARE LA MOVIMENTAZIONE?

VERO. La persona che assiste deve sapere che può ricorrere anche ad attrezzature, definite ausili minori, per scaricare il peso dalla colonna vertebrale e rendere lo spostamento più agevole. Questi ausilii sono utilizzati prevalentemente con persone collaboranti cioè con una residua capacità di movimento. Comprendono principalmente teli ad alto scorrimento, tavole a rullo, dischi girevoli, cinture ergonomiche, trapezi. Quando si utilizzano questi ausili occorre comunque sempre assumere e rispettare la postura corretta.

E’ VERO CHE LA GINNASTICA PUÒ AIUTARE A PREVENIRE DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI IN CHI ASSISTE?

VERO. La ginnastica può aiutare a rinforzare la muscolatura e le articolazioni per prevenire i comuni disturbi associati alla movimentazione. In particolare si consigliano esercizi di:
– allungamento (per esempio flessione del busto laterale, flessione del capo a destra e a sinistra, estensione del capo in avanti e indietro);
– mobilizzazione (dalla posizione a quadrupe si inarca la schiena inspirando e si mantiene la posizione per 10 secondi. Successivamente si estende il rachide, espirando, e si mantiene la posizione per 10 secondi);
– rotazione (in posizione supina a ginocchia flesse e piedi a terra, portare lentamente le gambe lateralmente prima a destra e poi a sinistra, mantenendo la posizione per 10 secondi).
Ogni esercizio deve essere eseguito lentamente ogni giorno e va ripetuto da 3 a 5 volte. Le posizioni vanno mantenute per 10 secondi. Se un esercizio provoca dolore è bene interrompere ed eventualmente riprovare a farlo dopo qualche giorno.

Quali sono le principali tecniche di movimentazione?

Le tecniche di movimentazione si basano sui principi di ergonomia (cioè dell’uso adeguato delle forze del corpo):
– posizionarsi il più vicino possibile al malato, se necessario inginocchiandosi sul letto per evitare di chinarsi o allungarsi sul letto durante il trasferimento. Questo evita sforzi con la schiena in tensione o torsione;
– prima di iniziare il sollevamento o il trasferimento del malato, è bene tenere le gambe leggermente divaricate con un piede leggermente in avanti per avere una base di appoggio più ampia;
– durante il sollevamento del malato bisogna usare i muscoli delle gambe e dei fianchi invece di quelli della parte superiore del corpo, piegando e poi raddrizzando lentamente le ginocchia mentre si solleva il malato;
– la posizione della colonna vertebrale deve seguire la sua curva naturale, evitando di sovraccaricarla quando ci si allunga o ci si china;
– chi assiste deve cercare di spostare il suo peso seguendo la direzione del movimento che sta facendo;
– particolare attenzione va dedicata a come si afferra il malato: mai solo con le dita. Si deve usare sempre tutta la mano, identificando le aree che consentono una presa salda, per esempio a livello del bacino, della vita, delle scapole e mai per le braccia o per le gambe. Per migliorare la presa a volte sono utili ausili specifici come le cinture con maniglie;
– si deve cercare il più possibile di mantenere una postura corretta: se il posto non consente la movimentazione manuale di carichi a un’altezza di sicurezza o in buona posizione, si deve cercare di regolare l’altezza del letto e di usare ausili che riducano lo sforzo di chi assiste.

E’ VERO CHE ANCHE MOVIMENTI SEMPLICI DEL MALATO COME SCIVOLARE VERSO LA TESTIERA DEL LETTO DEVONO ESSERE CONDOTTI RISPETTANDO UNA TECNICA PRECISA?

VERO. Tutti gli spostamenti anche quelli più semplici devono essere eseguiti scomponendo il movimento in diverse fasi così da essere certi di procedere secondo la tecnica corretta. Se la persona da spostare è collaborante cioè riesce a muoversi almeno parzialmente (per esempio non muove le gambe ma muove le braccia) è possibile eseguire gli spostamenti anche da soli, se la persona non è collaborante (perché non può muovere nessun arto o perché non è cosciente) è necessaria la presenza di due persone. Se possibile, è importante spiegare alla persona che tipo di manovra stiamo per fare. Si riportano di seguito le tecniche per gli spostamenti più frequenti.

Scivolare verso la testiera:
– flettere le gambe della persona appoggiando i piedi sul letto;
– sistemare le braccia lungo i fianchi;
– sollevare il bacino;
– scivolare verso la testiera con l’aiuto delle braccia ed eventualmente la spinta delle gambe.

Spostarsi lateralmente verso il bordo del letto:
– flettere le gambe appoggiando i piedi sul letto;
– sistemare le braccia lungo i fianchi;
– sollevare il bacino e spostarlo di lato;
– spostare di lato il tronco. 

Girarsi sul fianco:
– flettere la gamba del lato opposto a quello verso il quale devo ruotare;
– ruotare il capo verso la direzione di rotazione;
– ruotare sul fianco portando il braccio verso il senso di rotazione.

Sedersi sul bordo del letto:
una volta posizionato sul fianco destro (o sinistro);
– appoggiare la mano sinistra sul letto (davanti al torace);
– far scivolare giù le gambe;
– spingere con la mano sinistra e il braccio destro per mettersi seduto.

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