La ritenzione acuta di urina

Può essere dovuta a varie condizioni e malattie urogenitali o neurologiche. In genere la ritenzione acuta è dolorosa e richiede l’intervento medico. Con questa Guida si vogliono dare informazioni su come riconoscere e gestire la ritenzione acuta di urina. In particolare si cerca di rispondere ai seguenti quesiti:

1. Quali sono le cause della ritenzione urinaria acuta?
2. Come ci si accorge di avere una ritenzione urinaria acuta?
3. Come ci si deve comportare in caso di ritenzione urinaria acuta?

Quali sono le cause della ritenzione urinaria acuta?

Le cause della ritenzione urinaria sono molteplici e possono essere classificate come ostruttive, infettive, infiammatorie, farmacologiche, neurologiche. La causa più frequente nell’uomo è l’ingrossamento della prostata (ipertrofia prostatica benigna) che, circondando a manicotto l’uretra, impedisce il corretto flusso dell’urina: secondo uno studio americano tra il 25 e il 30% degli uomini che hanno subito un intervento chirurgico per ipertrofia prostatica benigna ha avuto un episodio di ritenzione urinaria acuta. Altre cause comuni sono nell’uomo l’infiammazione della prostata (prostatite), la cistite e l’uretrite. Nella donna le cause principali di ritenzione urinaria sono il prolasso vaginale, la cistite, la vulvovaginite e le complicanze di interventi chirurgici (ricostruzione del pavimento pelvico, interventi per l’incontinenza urinaria da stress).

E’ VERO CHE SI POSSONO AVERE EPISODI DI RITENZIONE ACUTA SUBITO DOPO UN INTERVENTO CHIRURGICO?

VERO. Subito dopo un intervento chirurgico la ritenzione acuta può essere causata:
– da una carenza di liquidi infusi durante e dopo l’intervento;
– dall’impossibilità della persona di andare in bagno e dalla difficoltà nell’utilizzare il pappagallo o la padella;
– dai farmaci anestetici che possono rallentare l’attività del rene.

E’ VERO CHE LA RITENZIONE ACUTA DI URINA PUÒ ESSERE CAUSATA DAI FARMACI?

VERO. Circa il 10% degli episodi di ritenzione urinaria acuta è attribuibile alla terapia farmacologica. In particolare i farmaci che la causano più di frequente sono:
– gli oppioidi (usati per il trattamento del dolore);
– gli anestetici (usati per un intervento chirurgico);
– le benzodiazepine (usate per il trattamento dell’ansia);
– i farmaci antinfiammatori non steroidei.
Questi farmaci favoriscono la ritenzione di urina perché interagiscono con la capacità dei muscoli della vescica di contrarsi durante lo svuotamento. E’ bene quindi usarli con cautela nelle persone che hanno una ipertrofia prostatica benigna.

E’ VERO CHE LA RITENZIONE URINARIA ACUTA È PIÙ FREQUENTE NEGLI ANZIANI?

VERO. Secondo studi, circa il 10% degli uomini tra i 70 e gli 80 anni ha un episodio di ritenzione urinaria acuta in un arco di 5 anni.
Le persone anziane non solo hanno un aumento del rischio di ritenzione urinaria acuta ma sono anche a rischio di disidratazione perché hanno una ridotta sensazione di sete e la risposta dell’organismo per compensare alla disidratazione è insufficiente. E’ importante quindi fare in modo che il bilancio idrico rimanga costante. Chi assiste un anziano deve tenere presente queste caratteristiche stimolandolo da una parte a bere regolarmente (circa 8 bicchieri di acqua al giorno) e dall’altra controllando la frequenza delle minzioni e la quantità di urina eliminata (vedi anche quesito E’ vero che chi ha avuto un episodio di ritenzione urinaria acuta dovrebbe tenere sotto controllo la quantità di liquidi assunti e di quelli eliminati?).

E’ VERO CHE UN PASTO ABBONDANTE POTREBBE ESSERE LA CAUSA SCATENANTE DELLA RITENZIONE URINARIA ACUTA?

VERO. Nei soggetti a rischio la ritenzione acuta può essere scatenata da eventi banali come un pasto troppo abbondante ricco di alimenti con azione vasodilatatoria (per esempio alcolici, bevande gassate, peperoncino) oppure in seguito ad attività come una lunga passeggiata in bicicletta che analogamente può determinare una vasodilatazione negli organi del bacino.

Come ci si accorge di avere una ritenzione urinaria acuta?

La persona con una ritenzione acuta ha di solito un intenso desiderio di urinare ma nonostante lo stimolo sia sempre più intenso non riesce a svuotare la vescica. In genere i sintomi sono accompagnati da senso di tensione dolorosa al basso ventre, eventualmente associato a un gocciolamento incontrollabile di urina. Tale sintomo è causato dalla distensione della vescica che a volte può essere erroneamente confuso con l’incontinenza urinaria. Inoltre un soggetto con ritenzione acuta può essere agitato con tachicardia, ipotensione e malessere generale. Alcune persone riferiscono di avere un flusso urinario debole, di alzarsi più volte la notte per urinare con un peggioramento graduale dei sintomi, mentre altre avvertono una perdita improvvisa della capacità di urinare senza sintomi associati.
La descrizione dei sintomi da parte della persona è in genere sufficiente agli operatori sanitari per comprendere che si tratta di una ritenzione acuta di urina. Il medico comunque valuterà il residuo post minzionale, cioè la quantità di urina presente in vescica dopo che si è fatta l’ultima minzione, e la presenza di distensione vescicale. Il residuo post minzionale viene valutato o con una ecografia, da preferire perché non invasiva, oppure inserendo un catetere vescicale che consente lo svuotamento della vescica.

E’ VERO CHE PER DEFINIRE LA TERAPIA È IMPORTANTE CONOSCERE LA STORIA DELLA PERSONA?

VERO. La gestione della ritenzione urinaria acuta dipende dalle cause che l’hanno generata e dalle caratteristiche della persona. E’ importante per esempio valutare:
– se c’è febbre o ci sono segni di infezioni;
– la durata dei sintomi;
– se la persona fa uso alcol, se ha subito di recente un intervento chirurgico, se e quali farmaci prende.

Come ci si deve comportare in caso di ritenzione urinaria acuta?

In caso di ritenzione urinaria acuta occorre rivolgersi al Pronto soccorso. Come primo intervento le linee guida raccomandano l’inserimento immediato di un catetere vescicale per svuotare la vescica ed evitare un danno renale acuto o la rottura della vescica stessa. Di solito il catetere viene rimosso dopo 1-3 giorni e si considera la procedura efficace se dopo 24 ore dalla rimozione del catetere la persona riprende a urinare regolarmente. Più si è giovani (età inferiore ai 70 anni) e più semplice è il recupero della normale funzionalità urinaria.

E’ VERO CHE DOPO UN EPISODIO DI RITENZIONE URINARIA ACUTA SI PERDE LA CAPACITÀ DI CONTROLLARE LO SVUOTAMENTO DELLA VESCICA?

FALSO. La ritenzione urinaria acuta è una condizione che deve essere trattata rapidamente ma in genere si risolve senza lasciare conseguenze. Negli uomini con ritenzione urinaria acuta in seguito a iperplasia prostatica benigna, oltre al trattamento con il catetere, vengono in genere somministrati farmaci che aiutano a risolvere il disturbo in tempi più rapidi. Per una soluzione del problema e perché non ricompaia una ritenzione urinaria acuta è importante intervenire sulle cause che hanno favorito la ritenzione acuta.

E’ VERO CHE L’INSERIMENTO DEL CATETERE È DOLOROSO?

VERO/FALSO. La manovra per l’inserimento del catetere è delicata soprattutto negli uomini con ipertrofia prostatica perché il lume dell’uretra è ridotto. E’ importante che la persona cerchi di rilassarsi. Per ridurre il senso di fastidio il catetere viene lubrificato prima dell’inserimento e viene applicato dell’anestetico locale. Nell’uomo l’anestetico viene inserito nell’uretra mentre nella donna viene strofinato intorno al meato uretrale.

E’ VERO CHE LA PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DEL CATETERE È PIÙ SEMPLICE NELLA DONNA?

VERO. La procedura è più semplice nella donna perché l’uretra, attraverso cui deve passare il catetere, nella donna è breve e rettilinea, mentre nel maschio la situazione anatomica è più complicata e l’inserimento del catetere può essere reso ancora più difficile in caso di ingrossamento della prostata (vedi sopra).

E’ VERO CHE L’USO DEL CATETERE PUÒ CAUSARE COMPLICANZE?

VERO. Ci possono essere complicanze a breve e a medio-lungo termine. Dopo l’inserimento del catetere può aversi l’insorgenza di una crisi ipotensiva, legata al rapido svuotamento della vescica, mentre nel medio periodo si possono verificare episodi infettivi: si stima che la metà delle persone cateterizzate abbiano un’infezione delle vie urinarie, soprattutto quando il catetere rimane in sede per più di tre giorni. Per questo motivo si consiglia di rimuovere il catetere entro 48 ore dall’inserimento.

E’ VERO CHE UTILIZZARE IL CALDO O IL FREDDO SULL’ADDOME PUÒ FAVORIRE LA MINZIONE?

VERO. Per aiutare la persona a urinare può essere utile sia la borsa dell’acqua calda, perché favorisce il rilassamento e riduce la contrazione degli sfinteri, sia la borsa del ghiaccio perché il freddo sull’addome stimola la minzione.

E’ VERO CHE CHI HA AVUTO UN EPISODIO DI RITENZIONE URINARIA ACUTA DOVREBBE TENERE SOTTO CONTROLLO LA QUANTITÀ DI LIQUIDI ASSUNTI E DI QUELLI ELIMINATI?

VERO. Dopo un episodio di ritenzione urinaria acuta è bene tenere sotto controllo la quantità di urina eliminata e la quantità di liquidi assunti. Ogni giorno, se non ci sono altre controindicazioni mediche, bisognerebbe bere circa otto bicchieri di liquidi così da garantire una buona idratazione e ridurre il rischio di stasi urinaria. Per valutare se si ha una adeguata minzione può essere utile indicare su un diario la frequenza degli episodi di minzione, provando a quantificare la quantità di urina. A tal fine è utile sapere che normalmente lo svuotamento della vescica avviene ogni 2-6 ore ma la frequenza varia in funzione della capacità della vescica, ai liquidi assunti e all’accessibilità al bagno. Quando si avverte lo stimolo è bene comunque non cercare di trattenerlo ma svuotare appena possibile la vescica.
Per le persone anziane che utilizzano il pannolone è bene tenere nota di quante volte viene cambiato il pannolone, cercando di quantificare se il pannolone è bagnato molto o poco.

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