L’allergia al lattice

L’allergia al lattice è un problema sanitario emergente: è stato rilevato infatti un crescente aumento di soggetti sensibilizzati a questa sostanza. Tale aumento è in parte legato alla sempre maggiore diffusione dell’uso di guanti e di altri dispositivi in lattice, sia in ambiente sanitario, sia nella vita quotidiana (esempio: materassi, cuscini, indumenti, preservativi, eccetera).
L’allergia al lattice determina reazioni che possono interessare la cute, l’apparato respiratorio e cardiovascolare e che, in alcuni casi, possono essere molto gravi. Con questa Guida si vogliono fornire le informazioni principali su come prevenire l’allergia e riconoscerne tempestivamente i sintomi per contenere la reazione. In particolare si forniscono indicazioni su:

1. Che cos’è l’allergia al lattice?
2. Chi è a rischio di allergia al lattice?
3. Come si capisce se si è allergici al lattice?
4. Che cosa fare in caso di allergia al lattice?
 

Che cos’è l’allergia al lattice?

L’allergia al lattice è una risposta del sistema immunitario ad alcune proteine contenute nel lattice, un liquido lattiginoso che si ottiene dall’incisione di una pianta tropicale l’Hevea brasiliensis (Disegno 1) utilizzata per produrre la gomma.

Disegno 1 – Hevea brasiliensis

Il lattice è usato per produrre numerosi oggetti presenti sia in ambiente sanitario (tra cui per esempio cateteri, tubi respiratori, bende, guanti) sia nella vita quotidiana (esempio: materassi, cuscini, indumenti, preservativi, eccetera). Nella tabella sotto sono elencati i principali oggetti contenenti lattice.

Tabella 1 – Oggetti che contengono lattice

Oggetti per uso medico e odontoiatricoguanti, cerotti, contagocce per colliri, tappi dei flaconi di farmaci, componenti di siringhe, lacci emostatici, cateteri vescicali, cateteri per clisteri, maschere anestesiologiche, circuiti per anestesia, tubi endotracheali e per drenaggi, ago cannula, bracciale dello sfigmomanometro, barriere interdentali, elastici per apparecchi dentali, bende elastiche eccetera
Dispositivi anticoncezionalipreservativi, diaframmi
Oggetti per l’infanziatettarelle dei ciucci e dei biberon, palloncini, molti giocattoli
Equipaggiamenti sportivipinne, maschere e occhiali da subacqueo, muta da subacqueo, accessori per la vela, palle e palloni
Indumentiscarpe di gomma, impermeabili, tessuti elastici
Arredi e manufatti di uso domesticoguanti, tende per docce, cuffie da bagno, borse dell’acqua calda, rinforzi per tappeti, isolanti per porte e finestre, adesivi, materassini ad aria, materassi in lattice, eccetera
Altri oggettifrancobolli, gomme per cancellare, pneumatici


La quantità di sostanza allergizzante necessaria per scatenare la reazione non è nota, ma l’esposizione prolungata alle proteine del lattice aumenta il rischio di sviluppare i sintomi. Chi soffre di allergia al lattice può presentare sintomi immediati, cioè entro un’ora dal contatto, oppure ritardati, entro 24-72 ore dal contatto.
La manifestazione più comune è l’orticaria da contatto con prurito ma i sintomi possono essere molto diversi per caratteristiche e intensità (vedi tabella 2).
Nei casi più gravi si può avere uno shock anafilattico, reazione che può mettere in pericolo la vita e che richiede un immediato intervento medico.

Tabella 2 – Principali sintomi (da quelli più lievi a quelli più gravi) da allergia al lattice

Sintomi lievipruritorossore cutaneoorticaria
Sintomi moderatistarnutiraffreddorenaso gocciolantedifficoltà a respirareasmatosse
Sintomi graviasma graveshock anafilattico (difficoltà a respirare grave, aumento delle pulsazioni, abbassamento della pressione, confusione, perdita dei sensi, reazioni cutanee importanti)

E’ VERO CHE L’ALLERGIA AL LATTICE SI PUÒ MANIFESTARE CON SINTOMI DIVERSI DA INDIVIDUO A INDIVIDUO?

VERO. L’allergia al lattice può manifestarsi con sintomi lievi, più intensi o gravi e possono essere dovuti a reazioni di tipo diverso (vedi tabella 2). Per esempio il contatto diretto dei guanti con la cute può provocare una reazione sulla pelle con prurito, arrossamento ed eventualmente la formazione di vescicole. A seconda poi di come avviene il contatto (se per via cutanea, attraverso le mucose o per inalazione) e della sensibilità della persona si possono avere manifestazioni più o meno gravi che interessano l’apparato respiratorio (esempio: rinite, raffreddore, asma) oppure gli occhi (esempio: congiuntivite). Quella più grave è lo shock anafilattico, che richiede un immediato intervento medico.

E’ VERO CHE L’ALLERGIA AL LATTICE È UN DISTURBO PIÙ FREQUENTE OGGI CHE IN PASSATO?

VERO. La frequenza di allergia al lattice è aumentata negli ultimi vent’anni con l’aumentare delle misure preventive per limitare la diffusione del virus dell’AIDS e in parallelo all’incremento dell’uso di guanti in lattice. Attualmente la frequenza di allergia al lattice nella popolazione generale è inferiore all’1% nella popolazione adulta e al 2% nei bambini.

Chi è a rischio di allergia al lattice?

Si è visto che alcuni gruppi di persone hanno un rischio più alto di sviluppare allergia al lattice.
In particolare sono a rischio:

  • le persone che hanno subìto ripetuti interventi chirurgici in età infantile, per esempio bambini con malformazioni della colonna vertebrale o dell’apparato urogenitale;
  • i lavoratori dell’industria della gomma (con una prevalenza del 9-11%);
  • il personale sanitario.

Uno studio recente ha evidenziato che gli operatori sanitari che utilizzano di più i guanti in lattice sono maggiormente sensibilizzati e hanno quindi un rischio più alto di allergia. Secondo lo stesso studio, per ridurre la sensibilizzazione basterebbe sostituire i guanti in lattice, quando possibile, con altri in materiali diversi e non allergizzanti come il polivinilcloruro.

E’ VERO CHE I SOGGETTI ALLERGICI AL LATTICE SONO ALLERGICI ANCHE AD ALCUNI ALIMENTI?

VERO. Sono state documentate sensibilizzazioni crociate fra lattice e alimenti vegetali, in particolare: banana, kiwi, avocado, castagna, arachidi (Disegno 2), e fra lattice e una pianta ornamentale come il Ficus benjamina (Disegno 3). Le persone allergiche al lattice hanno quindi un rischio più alto di sviluppare allergie alimentari, tali allergie vanno tuttavia diagnosticate.

Disegno 2 – Banana, kiwi, avocado, castagna, arachidi

Disegno 3 – Ficus benjamina
E’ VERO CHE L’ALLERGIA AL LATTICE PUÒ ESSERE UNA MALATTIA PROFESSIONALE?

VERO. Gli operatori sanitari e chi lavora nell’industria della gomma sono a contatto diretto quotidianamente con il lattice e se il lavoratore è allergico al lattice si parla di malattia professionale. In caso di malattia professionale bisogna dimostrare che l’esposizione all’allergene avviene durante lo svolgimento del lavoro. Se non si può evitare l’esposizione professionale al lattice e sussistono condizioni di pericolo per lo stato di salute del lavoratore, si deve valutare la possibilità di far rilasciare un giudizio di inidoneità o di idoneità lavorativa specifica.

Come si capisce se si è allergici al lattice?

Se si sospetta di essere allergici al lattice, ovvero si hanno per esempio reazioni cutanee quando si entra in contatto con un oggetto in lattice, occorre rivolgersi in prima battuta al medico di famiglia per valutare l’opportunità di rivolgersi a uno specialista (allergologo) per effettuare la diagnosi attraverso la valutazione dei sintomi e l’esecuzione di alcuni test mirati.
Per una diagnosi corretta è importante descrivere bene i sintomi, se possibile mostrarli, e cercare di ricostruire quando compaiono. L’allergologo richiederà un esame del sangue (RAST test) e un test cutaneo (prick test per il lattice ed eventualmente altri allergeni sospetti e il patch test se si hanno manifestazioni cutanee). La diagnosi può essere confermata attraverso l’esecuzione di test di provocazione in ambiente ospedaliero: durante questi test il soggetto viene messo in contatto con il lattice per esempio gli vengono fatti indossare dei guanti di lattice e poi viene valutato alla comparsa dei primi segni.
Se l’allergia viene confermata e quindi diagnosticata, alla persona verranno fornite anche le indicazioni necessarie per la prevenzione e/o la gestione della crisi allergica.

E’ VERO CHE L’ESAME DEL SANGUE (RAST TEST) È SUFFICIENTE PER DEFINIRE SE IL SOGGETTO È ALLERGICO AL LATTICE?

FALSO. Il RAST test misura la concentrazione di anticorpi IgE contro il lattice. Un RAST test negativo indica che molto probabilmente il soggetto non è allergico, mentre il RAST test positivo indica che è probabile che il soggetto sia allergico. I risultati tuttavia devono essere confermati da altri test (il prick o il patch test) ed eventualmente dalla provocazione in ambiente ospedaliero.

Che cosa fare in caso di allergia al lattice?

Un soggetto allergico al lattice dovrebbe limitare quanto più possibile il contatto con qualunque tipo di oggetto in lattice. E’ bene quindi liberare la casa da tutti gli oggetti in lattice cercando di sostituirli, quando possibile, con la versione latex free (cioè senza lattice).
Inoltre è prudente evitare di mangiare alcuni frutti che hanno proteine simili o identiche a quelle del lattice come banana, kiwi, avocado, castagna, arachidi.
In caso di ricovero in ospedale è necessario informare subito gli operatori sanitari che si è allergici al lattice. Sarà premura degli operatori sanitari predisporre un percorso latex-safe per la persona allergica al lattice. Chi è allergico dovrebbe sempre portare con sé un foglio con indicato che è allergico in modo che in caso di incidente o di qualunque intervento in emergenza si possano prendere le dovute precauzioni.
In alcuni casi particolari, su consiglio del medico, si può portare con sé una confezione di adrenalina autoiniettabile nel caso l’allergia si dovesse manifestare con reazioni generali gravi.

E’ VERO CHE L’UTILIZZO DI GUANTI IN LATTICE PRIVI DI POLVERE PUÒ RIDURRE I SINTOMI RESPIRATORI NEI SOGGETTI ALLERGICI?

VERO. L’amido di mais contenuto all’interno dei guanti in lattice, per migliorarne la vestibilità, favorisce la dispersione nell’aria delle particelle di lattice in quanto le stesse si attaccano a quest’ultimo quando si tolgono i guanti. Secondo alcuni studi l’uso di guanti senza polvere riduce la concentrazione di particelle di lattice nell’aria e riduce i sintomi respiratori dei soggetti allergici. In alcuni casi il solo uso dei guanti senza polvere è sufficiente a contenere la sintomatologia.

E’ VERO CHE L’ALLERGIA AL LATTICE PUÒ ESSERE CURATA CON I FARMACI?

FALSO. Non esiste una vera e propria cura farmacologica: la migliore cura si basa sulla prevenzione. Gli antistaminici sono i farmaci utilizzati per ridurre i sintomi dell’allergia, ma non per curare le cause dell’allergia. Tali farmaci devono essere prescritti dal medico e mai assunti in modo autonomo (auto prescrizione).

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