Il trattamento delle lesioni da decubito

La formazione di lesioni da decubito (chiamate oggi lesioni da pressione) nelle persone obbligate a rimanere a lungo a letto è un problema che non deve essere sottovalutato perché può peggiorare le condizioni cliniche generali.
Chi assiste un paziente immobilizzato può avere un ruolo importante sia nella prevenzione (vedi la precedente ‘Guida pratica‘ sulla Prevenzione delle lesioni), sia nel trattamento. In particolare chi assiste può aiutare il team di cura:
– segnalando arrossamenti della pelle che potrebbero indicare la presenza di lesioni al loro primo sviluppo (nei primi stadi);
– aiutando la persona a cambiare spesso posizione;
– stimolando l’assistito ad alimentarsi e a idratarsi nel modo adeguato.
Con questa Guida pratica si forniscono informazioni sulla gestione corretta delle lesioni da decubito e in particolare si vuole cercare di rispondere alle seguenti domande: 

1. Che cosa sono le lesioni da decubito?
2. Come si riconoscono le lesioni da decubito?
3. Quali sono i principali trattamenti per la cura delle lesioni da decubito?
4. Come si deve modificare l’alimentazione in caso di lesioni da decubito?
 

Che cosa sono le lesioni da decubito?

Le lesioni da decubito sono ulcerazioni della cute che si formano in quelle parti del corpo soggette a pressione durante una lunga permanenza a letto o in posizione seduta. La pressione esercitata dal peso del corpo sul materasso o sulla sedia impedisce al sangue di ossigenare i tessuti, che quindi non riescono a ricevere le sostanze nutritive. La cute, andando in sofferenza, inizialmente appare arrossata e calda poi progressivamente va incontro a una vera e propria lesione, dapprima superficiale e poi via via sempre più profonda. Nei casi più gravi le lesioni da decubito possono coinvolgere anche i muscoli e le ossa sottostanti.

E’ VERO CHE ALCUNE AREE DEL CORPO HANNO UN RISCHIO PIÙ ALTO DI LESIONI DA DECUBITO?

VERO. Le lesioni da decubito si formano prevalentemente dove la cute è più sottile e le ossa sottostanti di dimensioni maggiori. In tale aree la pressione esercitata contro il materasso o la sedia è più alta e quindi è maggiore il rischio di lesione. In particolare la zona prossima all’osso sacro (glutei), la nuca e i talloni sono le aree dove le lesioni si formano più di frequente. Il punto esatto dove si formano le lesioni dipende sempre dalla posizione della persona: si possono quindi osservare lesioni anche sotto il gomito, a livello delle anche o lungo la spina dorsale. Nella tabella qui sotto sono riportate le aree più a rischio per le persone sulla sedia a rotelle e per quelle allettate.

Aree più a rischio per le persone sulla sedia a rotelleAree più a rischio per chi è immobilizzato a letto
– osso sacro o natiche
– scapole e zona intorno alla colonna vertebrale
– retro delle braccia e delle gambe
– nuca o lati della testa
– margini delle orecchie
– spalle o scapole
– bacino, parte bassa della schiena o zona intorno all’osso sacro
– retro o lati delle ginocchia, delle caviglie, dei talloni e delle dita dei piedi

 E’ VERO CHE ALCUNE PERSONE SONO PIÙ A RISCHIO DI LESIONI DA DECUBITO?

VERO. Tutte le persone immobilizzate sono potenzialmente a rischio di lesioni da decubito, tuttavia sono più frequenti nelle persone con:
– diabete di tipo 2;
– malattie neurodegenerative;
– stati di malnutrizione;
– malattie che riducono la sensibilità.
Si è visto inoltre un aumento del rischio di lesioni tra gli anziani; sembra però che la causa non sia da attribuire all’età, ma ai problemi che spesso si osservano nella persona anziana. Per esempio la cute secca, l’incontinenza urinaria e/o fecale, le malattie in stadio terminale, il fumo sono fattori che si ritrovano spesso tra le persone anziane e che favoriscono la formazione delle lesioni da decubito.

E’ VERO CHE NELLE PERSONE MALNUTRITE LE LESIONI DA DECUBITO STENTANO A GUARIRE?

VERO. La malnutrizione non favorisce la guarigione delle lesioni perché senza un adeguato apporto energetico e proteico le cellule vanno incontro a necrosi, rallentando così il processo di guarigione.

Come si riconoscono le lesioni da decubito?

Chi assiste una persona immobilizzata deve segnalare subito al medico o all’infermiere la presenza di un arrossamento della cute o di aree che causano prurito o dolore alla persona malata. Nella fase iniziale (stadio I), infatti, la lesione si presenta semplicemente come un arrossamento che può dare prurito, far male oppure provocare una sensazione di dolore, gonfiore. Nelle persone di pelle scura la cute può avere sfumature bluastre o violacee. In questo stadio le lesioni sono superficiali e quindi è molto più semplice intervenire per guarirle.
Nel II stadio si ha già la formazione della lesione: la cute presenta una vescica o una abrasione e il tessuto circostante è arrossato. Se si aggrava, la lesione va a interessare i tessuti sottocutanei (III stadio), creando una ferita che si presenta come una cavità profonda. 
Nello stadio più avanzato (IV stadio) la ferita interessa anche i tendini e le articolazioni.

E’ VERO CHE SE SI HA O SI SOSPETTA LA FORMAZIONE DI UNA LESIONE DA DECUBITO È OPPORTUNO CHIAMARE IL MEDICO?

VERO. Se si nota la formazione di una nuova lesione da decubito è importante farla vedere al medico, così come segnalare la presenza di pus, arrossamenti, cattivo odore se presenti, in quanto segni di una possibile infezione. In caso di infezione il medico valuterà se è sufficiente detergere la lesione con soluzione fisiologica o se è opportuno ricorrere a un antisettico o a un antibiotico da somministrare localmente.

Qual è il trattamento per le lesioni da decubito?

La terapia delle lesioni da decubito richiede un approccio multidisciplinare. Da una parte occorre intervenire sulla lesione per detergerla e medicarla, dall’altra è necessario prendersi cura del benessere generale dell’assistito, alleviando la pressione che ha causato la lesione e assicurandosi che si alimenti nel modo adeguato (vedi quesito Come si deve modificare l’alimentazione in caso di lesioni da decubito?).
Per quanto riguarda la gestione della lesione occorre affidarsi alle indicazioni degli infermieri, che in funzione della gravità e delle condizioni cliniche generali stabiliranno un piano di trattamento personalizzato.
Per ridurre la pressione sulla cute occorre aiutare la persona a variare spesso posizione: a tal fine può essere utile definire un vero e proprio piano di mobilizzazione. La persona allettata dovrebbe cambiare posizione almeno una volta ogni due ore, mentre chi è seduto sulla sedia a rotelle ogni 15 minuti. Se la persona non è in grado di cambiare posizione da sola si può ricorrere a materassi a pressione alternata. Per evitare che la lesione sfreghi sul materasso o sulla sedia e per proteggere le zone a rischio di nuove lesioni, si possono utilizzare sostegni come cuscini, imbottiture o materassi.

E’ VERO CHE UN TRATTAMENTO EFFICACE DOVREBBE FAR MIGLIORARE LA LESIONE IN DUE SETTIMANE?

VERO. Una lesione trattata in modo adeguato dovrebbe mostrare l’inizio del processo di guarigione entro 2 settimane. Se ciò non avviene occorre rivalutare complessivamente il piano di trattamento.

E’ VERO CHE LE LESIONI DA DECUBITO DEVONO ESSERE DETERSE?

VERO. La pulizia è una fase essenziale per prevenire lo sviluppo di infezioni, ma prima di procedere occorre sempre chiedere all’infermiere indicazioni sulla frequenza e sulla tecnica da utilizzare. La tecnica infatti varia in funzione dello stadio della lesione: se in fase iniziale va detersa con acqua e sapone delicato, quando invece la lesione è aperta (secondo stadio o oltre) va utilizzata della soluzione fisiologica a ogni cambio di medicazione. E’ importante che la detersione non sia aggressiva e che non venga alterato il pH fisiologico della cute (lievemente acido). Se la detersione è troppo aggressiva si può ridurre l’idratazione della cute e quindi rallentare il processo di guarigione.

E’ VERO CHE SE LA LESIONE È APERTA OCCORRE DISINFETTARLA CON MERCURO CROMO?

FALSO. Le linee guida sconsigliano di disinfettare le lesioni da decubito con soluzioni a base di mercuro cromo, fucsina o tintura di iodio. In genere sono utilizzate medicazioni a base di idrocolloidi che vengono fatte aderire alla lesione e lasciate in sede per alcuni giorni. Il tipo di medicazione da utilizzare e la frequenza con cui va sostituita viene deciso dall’infermiere in funzione delle caratteristiche della lesione.

E’ VERO CHE IN COMMERCIO ESISTONO DISPOSITIVI CHE RIDUCONO LA PRESSIONE E PROTEGGONO LA LESIONE?

VERO. Esistono in commercio dispositivi che riducono la compressione aumentando la superficie di appoggio e altri che pur non riducendo la pressione isolano e proteggono le lesioni. Non esistono superfici di sostegno ideali adatte per tutti i casi: ciascuno deve scegliere il sostegno a lui più adatto in funzione del proprio grado di mobilità, della propria costituzione, della gravità e posizione della lesione. Per le persone sulla sedia a rotelle possono essere utili i rivestimenti in lattice, ad aria e ad acqua. Non sono invece raccomandati i cuscini e le sedute in gomma perché comprimono la cute. 
Per le persone allettate possono essere utili i letti ad aria fluida, i materassi, in lattice ad acqua o a pressione alternata.

E’ VERO CHE IN CASO DI LESIONE DA DECUBITO È UTILE EFFETTUARE UN MASSAGGIO NELL’AREA DOLENTE?

FALSO. Contrariamente a quanto si pensava un tempo, il massaggio non va mai effettuato, neanche allo stadio iniziale della lesione, perché rallenta il flusso del sangue e quindi favorisce la degenerazione del tessuto.

Come si deve modificare l’alimentazione in caso di lesioni da decubito?

Quale sia nel dettaglio l’alimentazione corretta per favorire la guarigione delle lesioni da decubito non è ancora del tutto chiaro. Si è visto però che nelle persone che assumono una adeguata quantità di proteine e di micronutrienti (vitamina A e zinco) la condizione della cute migliora. Le linee guida raccomandano di assumere una quantità di proteine pari a 1-1,5 g per chilo di peso corporeo. In termini pratici, devono essere presenti latte o yogurt a colazione, e un alimento ricco in proteine (uova, carne, pesce, legumi, formaggi) sia a pranzo sia a cena, anche sotto forma di piatto unico con pasta o riso.
Nella tabella qui sotto si riportano gli alimenti ricchi di proteine, vitamina C e di zinco.

Alimenti ad alto contenuto proteicoAlimenti ricchi di vitamina CAlimenti ricchi di zinco
– carne
– pesce
– formaggio
– uova
– legumi
– arance
– kiwi
– fragole
– broccoli
– pomodori
– peperoni
– carne rossa
– cereali integrali
– latte
– uova
– verdura a foglia verde
– fagioli

E’ VERO CHE È IMPORTANTE FAR BERE SPESSO LA PERSONA CON LESIONI DA DECUBITO?

VERO. Se la cute si disidrata diventa meno elastica e più fragile. Per questo è importante, se non ci sono altre controindicazioni mediche, assumere almeno 1,5 litri di liquidi al giorno (circa 6-8 bicchieri) per favorire l’idratazione della cute. Chi assiste un malato deve considerare che spesso il nostro organismo invia il segnale di sete troppo tardi, ovvero quando si è già in parte disidratati. Ciò accade soprattutto nell’anziano, per questo è importante stimolarlo a bere, pianificando e controllando la quantità di liquidi assunti. Per esempio si può offrire da bere un po’ di acqua ogni ora, oppure si può provare a invogliare la persona offrendole bevande come succhi di frutta o latte. Il tè, il caffè e in genere le bevande che contengono caffeina vanno proposte con moderazione.

E’ VERO CHE BISOGNA SEMPRE SOMMINISTRARE UN INTEGRATORE DI VITAMINE E MINERALI A UNA PERSONA CON LESIONI DA DECUBITO?

FALSO. Gli integratori di vitamine e minerali vanno somministrati solo se prescritti dal medico e anche quando prescritti non vanno considerati sostitutivi di una dieta bilanciata.

E’ VERO CHE È IMPORTANTE STIMOLARE LA PERSONA A MANGIARE?

VERO. Le persone malate spesso non hanno appetito e non vogliono mangiare. E’ importante invece stimolarle a reagire e a nutrirsi. A tal fine può essere utile:
– proporre 5 o 6 piccoli spuntini nel corso della giornata, invece di un pranzo vero e proprio;
– preferire spuntini ad alto contenuto proteico/energetico, come per esempio uno yogurt intero, una fetta di torta oppure un toast;
– aggiungere sempre il formaggio alla pasta o alla minestra per aumentare l’apporto proteico/energetico;
– aggiungere un po’ di burro o olio alle verdure.

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