Astenia da cancro

Questa sensazione, definita come astenia da cancro ma più spesso indicata con il termine inglese fatigue, è una condizione che può avere conseguenze invalidanti tanto da essere considerata una malattia nella malattia.
Nonostante sia un disturbo estremamente diffuso spesso le persone che ne soffrono non ne parlano con il medico perché pensano che sia una conseguenza inevitabile delle terapie conto il cancro che stanno facendo.
Con questa Guida si vuole spiegare che cosa sia la fatigue, quali sono i rimedi per superarla e si vuole incoraggiare il malato ad affrontare il problema con il medico, così da trovare una soluzione. In particolare si vuole rispondere ai seguenti quesiti:

1. Che cos’è la fatigue?
2. Quali sono le cause?
3. Quali sono gli interventi farmacologici?
4. Quali sono gli interventi non farmacologici?
 

Che cos’è la fatigue?

La fatigue è una sensazione soggettiva di stanchezza persistente o spossatezza tipica del malato di tumore. La persona si sente stanca non solo fisicamente ma anche mentalmente ed emotivamente. Tale sensazione non è proporzionale alla attività svolta e spesso non è alleviata dal sonno o dal riposo come avviene per altre forme di affaticamento. E’ una sindrome che può essere considerata una malattia nella malattia e si può presentare in due forme:
– acuta, quando con un periodo di adeguato riposo si riescono a recuperare le energie;
– cronica quando non si riescono a recuperare le energie neppure dopo un periodo di riposo.

E’ VERO CHE LA FATIGUE PUÒ AVERE CARATTERISTICHE DIVERSE NELLE DIVERSE PERSONE?

VERO. La fatigue è una condizione soggettiva e variabile che si sviluppa nel tempo e con un andamento non costante. Alcune persone avvertono una riduzione della resistenza fisica e uno stato d’animo negativo, mentre altre riferiscono debolezza muscolare e calo dell’attenzione (per esempio difficoltà a leggere o a guardare la televisione). In genere le persone asteniche lamentano mancanza di energia, difficoltà a pensare, a prendere decisioni, tachicardia, depressione, alterazioni del sonno, scarsa motivazione a svolgere qualsiasi tipo di attività, difficoltà a salire le scale o a camminare anche per brevi tratti.

E’ VERO CHE LA FATIGUE PUÒ ESSERE RISOLTA?

VERO. La fatigue non è una conseguenza inevitabile dei trattamenti contro il cancro e può essere risolta. A tal fine è importante che il malato parli con il medico e descriva nel dettaglio i suoi sintomi considerando come tali anche la tristezza, l’irritabilità e la difficoltà a prendere sonno. E’ necessario raccontare al medico come l’insorgenza dell’affaticamento abbia modificato le proprie abitudini di vita e quali attività non si riescano a svolgere più come prima.

Quali sono le cause?

Le cause della fatigue sono molteplici e in alcuni casi è difficile individuarle. Tra le possibili ci sono:
– il tumore di per sé e le sue complicanze (anemia, disidratazione, anoressia, insufficienza epatica);
– i sintomi fisici dovuti alla presenza del tumore o al suo trattamento (dolore, mancanza di fiato, difficoltà a deglutire);
– i sintomi psicologici comportamentali (ansia, depressione, insonnia).
La fatigue può insorgere prima, durante e anche dopo molto tempo il completamento del trattamento antitumorale.

E’ VERO CHE L’ANEMIA È UNA DELLE PRINCIPALI CAUSE DI FATIGUE?

VERO. L’anemia è una delle principali cause di fatigue ed è un problema molto diffuso nel malato con tumore, basti pensare che colpisce circa il 40% delle persone con un tumore già prima della chemioterapia e questa percentuale può salire anche a oltre l’80% durante il trattamento. Le persone anemiche fanno fatica a respirare, soffrono di giramenti di testa, accusano spossatezza. La chemioterapia e la radioterapia possono causare anemia perché riducono il numero di globuli rossi e di conseguenza la concentrazione di emoglobina. Se la concentrazione di emoglobina scende sotto il valore di 11 il senso di stanchezza aumenta considerevolmente e incide sulla qualità di vita. E’ stato provata da numerosi studi internazionali la correlazione diretta tra aumento della concentrazione di emoglobina e miglioramento della qualità di vita (vedi quesito Quali sono gli interventi farmacologici?).

E’ VERO CHE L’INTERVENTO CHIRURGICO PUÒ CAUSARE FATIGUE?

VERO. Dopo un intervento chirurgico è normale sentirsi stanchi. Ciò dipende dal tipo di anestesia, dalla durata e dalla gravità dell’intervento. Questo tipo di stanchezza migliora di solito con il tempo ed è chiaramente influenzato da altri trattamenti (chemioterapia o radioterapia). Tuttavia, alcuni interventi chirurgici particolari, per esempio gli interventi sullo stomaco, possono determinare l’insorgenza di problemi alimentari continui accompagnati da fatigue per malassorbimento del cibo e ridotto apporto energetico.

E’ VERO CHE LA CHEMIOTERAPIA E LA RADIOTERAPIA SONO CAUSA DI FATIGUE?

VERO. La fatigue può essere causata da molte terapie antitumorali: in particolare chemioterapia e radioterapia possono causare fatigue fin dal primo giorno di terapia. In casi di chemioterapia la fatigue è correlata al tipo, alla associazione di farmaci utilizzati e alla modalità di somministrazione, mentre nella radioterapia dipende dall’estensione dell’area irradiata. Il normale livello di energia si ripristina dai sei mesi a un anno dopo la fine dei trattamenti, benché alcuni malati continuino ad avvertire stanchezza anche uno o due anni dopo i trattamenti.

E’ VERO CHE IL DOLORE È CAUSA DI FATIGUE?

VERO. Il dolore da cancro può rendere meno attivi, riduce l’appetito, causa problemi di insonnia e a volte di depressione. E’ importante parlarne con il proprio medico per definire la terapia per il dolore più adatta e migliorare di conseguenza anche l’astenia.

Quali sono gli interventi farmacologici?

Non esiste un unico farmaco raccomandato per il trattamento della fatigue ma la terapia varia in funzione della causa. Occorre quindi parlare con il proprio medico curante per individuare l’origine della fatigue. In molti casi la stanchezza migliora con la somministrazione di farmaci per il trattamento dell’anemia (eritropoietina).
Se l’origine è invece psicologica può essere più indicata una terapia ansiolitica oppure antidepressiva.

E’ VERO CHE I FARMACI PER CONTROLLARE IL VOMITO MIGLIORANO ANCHE LA FATIGUE?

VERO. La nausea e il vomito causati dalla chemioterapia possono interferire con la normale alimentazione causando debolezza e stanchezza. In questi casi la fatigue può migliorare con la somministrazione di farmaci antiemetici per ridurre nausea e vomito. La riduzione dell’appetito causata dalla chemioterapia può essere superata anche mangiando pasti piccoli e frequenti.

E’ VERO CHE È UTILE ASSUMERE INTEGRATORI A BASE DI GINSENG?

FALSO. Secondo alcuni piccoli studi il ginseng può aiutare a migliorare i sintomi associati alla fatigue ma mancano studi di grandi dimensioni che confermino questi dati per poter raccomandare il ginseng come trattamento per la fatigue.

Quali sono gli interventi non farmacologici?

Nella maggior parte dei casi è utile associare il trattamento con i farmaci a quello non farmacologico. Tra i rimedi sembrano essere efficaci:
– i programmi di attività fisica;
– i programmi di supporto psicosociale;
– le strategie di rilassamento per ridurre lo stress;
– i programmi di educazione del malato e della sua famiglia.
Inoltre una corretta alimentazione è importante per contrastare il calo di peso e ridurre così la fatigue. Si raccomanda quindi mangiare poco ma spesso approfittando dei momenti in cui si ha appetito e di bere molto per contrastare la disidratazione.

E’ VERO CHE PER MIGLIORARE LA FATIGUE BISOGNA RIPOSARE DI PIÙ?

FALSO. In passato le persone malate di cancro che soffrivano di fatigue venivano invitate a riposare di più. Questa indicazione si è però dimostrata dannosa perché lunghi periodi di inattività possono portare ad atrofia muscolare e possono aumentare la stanchezza. Si è visto invece che alternare riposo e attività fisica può contribuire a ridurre la fatigue.

E’ VERO CHE L’ATTIVITÀ FISICA RIDUCE IL SENSO DI STANCHEZZA PROPRIO DELLA FATIGUE?

VERO. In base a risultati di studi recenti si raccomanda di dedicare un po’ di tempo all’esercizio di tipo aerobico come camminare o andare in bicicletta sia durante sia dopo il trattamento per un tumore. L’attività fisica deve essere svolta con regolarità (anche tutti i giorni) ma è importante che l’intensità dell’allenamento sia adeguata alla proprie forze: se al termine dell’allenamento ci si sente sfiniti significa che si sta esagerando, occorre quindi ridurre l’intensità. Si è invece visto che altre forme di esercizio, compresi gli esercizi di resistenza, non riducono significativamente la fatigue.

E’ VERO CHE IL SOSTEGNO PSICOLOGICO È UTILE PER MIGLIORARE LA FATIGUE?

VERO. Il sostegno psicologico aiuta il malato e i suoi familiari a gestire lo stress, inoltre si è visto che ha effetti positivi sul sistema immunitario e sulla salute in generale. Il sostegno psicologico si basa in genere su incontri di gruppo centrati sull’esperienza della malattia e sulla condivisione dei vissuti a essa collegati. I gruppi possono essere condotti da psicologi o psicoterapeuti che utilizzano tecniche diverse allo scopo di favorire l’elaborazione delle emozioni fino al raggiungimento di uno stato di rilassamento che contribuisce a ridurre l’ansia, a gestire gli effetti collaterali dei trattamenti e a stimolare nella persona una reazione di adattamento alla nuova condizione. In generale, questi interventi possono contribuire al miglioramento della qualità di vita del malato di tumore e dei suoi familiari.

E’ VERO CHE IL MASSAGGIO SHIATSU E L’AGOPUNTURA MIGLIORANO LA FATIGUE?

FALSO. Secondo alcuni studi americani il massaggio shiatsu, l’agopuntura e altre tecniche di manipolazione possono migliorare la fatigue riducendo il dolore, la nausea e il vomito in corso di trattamenti antitumorali. Occorrono studi più ampi di conferma per poter affermare la validità di questi interventi.

E’ VERO CHE IL RILASSAMENTO PUÒ AIUTARE A MIGLIORARE LA FATIGUE?

VERO. E’ importante trovare il tempo per attività che aiutano a rilassarsi. Può essere di aiuto:
– condividere le preoccupazioni con familiari o con amici;
– dedicare un po’ di tempo ad attività distraenti per esempio leggere, ascoltare la musica, stare con amici;
– eseguire esercizi di respirazione creando una atmosfera adeguata (abbassare la luce, mettere della musica soft);
– fare esercizi leggeri come per esempio camminare.

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