Categoria: Guide

Differenza tra Osteopatia e Fisioterapia

La fisioterapia e l’osteopatia sono entrambe discipline sanitarie che si concentrano sull’utilizzo del trattamento manuale per migliorare la funzione fisica del corpo e alleviare il dolore. Tuttavia, ci sono alcune differenze importanti tra le due professioni.

La fisioterapia è una professione sanitaria che si concentra sul trattamento delle disabilità fisiche e sulla riabilitazione. I fisioterapisti utilizzano una varietà di tecniche manuali, come massaggi, manipolazioni, esercizi e terapie fisiche, per aiutare a ripristinare la funzione muscoloscheletrica e migliorare la mobilità. La fisioterapia può essere utilizzata per trattare una vasta gamma di condizioni, tra cui lesioni sportive, malattie croniche come l’artrite e le malattie del sistema nervoso.

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La gestione del bambino con bronchiolite

La bronchiolite è una infezione causata da un virus che determina un restringimento delle vie aeree causando un ispessimento dei bronchi con conseguente difficoltà a respirare. Tra le malattie respiratorie è quella che colpisce più spesso i bambini sotto l’anno di vita: approssimativamente un bambino su tre rischia di avere una bronchiolite nel primo anno di vita. Nella maggior parte dei casi la condizione si risolve spontaneamente, ma nel 2-3% dei casi la situazione è tale da richiedere il ricovero in ospedale dopo essere passati per il Pronto soccorso. Con questa Guida si vuole spiegare ai genitori quali sono i segni e i sintomi della malattia, e quali i segnali che devono indurre a chiamare il medico. In particolare si affronteranno i seguenti quesiti:

1. Che cos’è la bronchiolite?
2. Quali sono i segni e i sintomi della bronchiolite?
3. Che cosa devono fare i genitori se il bambino ha una bronchiolite?
4. In che cosa consiste la terapia in ospedale?
5. Come si può prevenire la bronchiolite?

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La ritenzione acuta di urina

Può essere dovuta a varie condizioni e malattie urogenitali o neurologiche. In genere la ritenzione acuta è dolorosa e richiede l’intervento medico. Con questa Guida si vogliono dare informazioni su come riconoscere e gestire la ritenzione acuta di urina. In particolare si cerca di rispondere ai seguenti quesiti:

1. Quali sono le cause della ritenzione urinaria acuta?
2. Come ci si accorge di avere una ritenzione urinaria acuta?
3. Come ci si deve comportare in caso di ritenzione urinaria acuta?

Quali sono le cause della ritenzione urinaria acuta?

Le cause della ritenzione urinaria sono molteplici e possono essere classificate come ostruttive, infettive, infiammatorie, farmacologiche, neurologiche. La causa più frequente nell’uomo è l’ingrossamento della prostata (ipertrofia prostatica benigna) che, circondando a manicotto l’uretra, impedisce il corretto flusso dell’urina: secondo uno studio americano tra il 25 e il 30% degli uomini che hanno subito un intervento chirurgico per ipertrofia prostatica benigna ha avuto un episodio di ritenzione urinaria acuta. Altre cause comuni sono nell’uomo l’infiammazione della prostata (prostatite), la cistite e l’uretrite. Nella donna le cause principali di ritenzione urinaria sono il prolasso vaginale, la cistite, la vulvovaginite e le complicanze di interventi chirurgici (ricostruzione del pavimento pelvico, interventi per l’incontinenza urinaria da stress).

E’ VERO CHE SI POSSONO AVERE EPISODI DI RITENZIONE ACUTA SUBITO DOPO UN INTERVENTO CHIRURGICO?

VERO. Subito dopo un intervento chirurgico la ritenzione acuta può essere causata:
– da una carenza di liquidi infusi durante e dopo l’intervento;
– dall’impossibilità della persona di andare in bagno e dalla difficoltà nell’utilizzare il pappagallo o la padella;
– dai farmaci anestetici che possono rallentare l’attività del rene.

E’ VERO CHE LA RITENZIONE ACUTA DI URINA PUÒ ESSERE CAUSATA DAI FARMACI?

VERO. Circa il 10% degli episodi di ritenzione urinaria acuta è attribuibile alla terapia farmacologica. In particolare i farmaci che la causano più di frequente sono:
– gli oppioidi (usati per il trattamento del dolore);
– gli anestetici (usati per un intervento chirurgico);
– le benzodiazepine (usate per il trattamento dell’ansia);
– i farmaci antinfiammatori non steroidei.
Questi farmaci favoriscono la ritenzione di urina perché interagiscono con la capacità dei muscoli della vescica di contrarsi durante lo svuotamento. E’ bene quindi usarli con cautela nelle persone che hanno una ipertrofia prostatica benigna.

E’ VERO CHE LA RITENZIONE URINARIA ACUTA È PIÙ FREQUENTE NEGLI ANZIANI?

VERO. Secondo studi, circa il 10% degli uomini tra i 70 e gli 80 anni ha un episodio di ritenzione urinaria acuta in un arco di 5 anni.
Le persone anziane non solo hanno un aumento del rischio di ritenzione urinaria acuta ma sono anche a rischio di disidratazione perché hanno una ridotta sensazione di sete e la risposta dell’organismo per compensare alla disidratazione è insufficiente. E’ importante quindi fare in modo che il bilancio idrico rimanga costante. Chi assiste un anziano deve tenere presente queste caratteristiche stimolandolo da una parte a bere regolarmente (circa 8 bicchieri di acqua al giorno) e dall’altra controllando la frequenza delle minzioni e la quantità di urina eliminata (vedi anche quesito E’ vero che chi ha avuto un episodio di ritenzione urinaria acuta dovrebbe tenere sotto controllo la quantità di liquidi assunti e di quelli eliminati?).

E’ VERO CHE UN PASTO ABBONDANTE POTREBBE ESSERE LA CAUSA SCATENANTE DELLA RITENZIONE URINARIA ACUTA?

VERO. Nei soggetti a rischio la ritenzione acuta può essere scatenata da eventi banali come un pasto troppo abbondante ricco di alimenti con azione vasodilatatoria (per esempio alcolici, bevande gassate, peperoncino) oppure in seguito ad attività come una lunga passeggiata in bicicletta che analogamente può determinare una vasodilatazione negli organi del bacino.

Come ci si accorge di avere una ritenzione urinaria acuta?

La persona con una ritenzione acuta ha di solito un intenso desiderio di urinare ma nonostante lo stimolo sia sempre più intenso non riesce a svuotare la vescica. In genere i sintomi sono accompagnati da senso di tensione dolorosa al basso ventre, eventualmente associato a un gocciolamento incontrollabile di urina. Tale sintomo è causato dalla distensione della vescica che a volte può essere erroneamente confuso con l’incontinenza urinaria. Inoltre un soggetto con ritenzione acuta può essere agitato con tachicardia, ipotensione e malessere generale. Alcune persone riferiscono di avere un flusso urinario debole, di alzarsi più volte la notte per urinare con un peggioramento graduale dei sintomi, mentre altre avvertono una perdita improvvisa della capacità di urinare senza sintomi associati.
La descrizione dei sintomi da parte della persona è in genere sufficiente agli operatori sanitari per comprendere che si tratta di una ritenzione acuta di urina. Il medico comunque valuterà il residuo post minzionale, cioè la quantità di urina presente in vescica dopo che si è fatta l’ultima minzione, e la presenza di distensione vescicale. Il residuo post minzionale viene valutato o con una ecografia, da preferire perché non invasiva, oppure inserendo un catetere vescicale che consente lo svuotamento della vescica.

E’ VERO CHE PER DEFINIRE LA TERAPIA È IMPORTANTE CONOSCERE LA STORIA DELLA PERSONA?

VERO. La gestione della ritenzione urinaria acuta dipende dalle cause che l’hanno generata e dalle caratteristiche della persona. E’ importante per esempio valutare:
– se c’è febbre o ci sono segni di infezioni;
– la durata dei sintomi;
– se la persona fa uso alcol, se ha subito di recente un intervento chirurgico, se e quali farmaci prende.

Come ci si deve comportare in caso di ritenzione urinaria acuta?

In caso di ritenzione urinaria acuta occorre rivolgersi al Pronto soccorso. Come primo intervento le linee guida raccomandano l’inserimento immediato di un catetere vescicale per svuotare la vescica ed evitare un danno renale acuto o la rottura della vescica stessa. Di solito il catetere viene rimosso dopo 1-3 giorni e si considera la procedura efficace se dopo 24 ore dalla rimozione del catetere la persona riprende a urinare regolarmente. Più si è giovani (età inferiore ai 70 anni) e più semplice è il recupero della normale funzionalità urinaria.

E’ VERO CHE DOPO UN EPISODIO DI RITENZIONE URINARIA ACUTA SI PERDE LA CAPACITÀ DI CONTROLLARE LO SVUOTAMENTO DELLA VESCICA?

FALSO. La ritenzione urinaria acuta è una condizione che deve essere trattata rapidamente ma in genere si risolve senza lasciare conseguenze. Negli uomini con ritenzione urinaria acuta in seguito a iperplasia prostatica benigna, oltre al trattamento con il catetere, vengono in genere somministrati farmaci che aiutano a risolvere il disturbo in tempi più rapidi. Per una soluzione del problema e perché non ricompaia una ritenzione urinaria acuta è importante intervenire sulle cause che hanno favorito la ritenzione acuta.

E’ VERO CHE L’INSERIMENTO DEL CATETERE È DOLOROSO?

VERO/FALSO. La manovra per l’inserimento del catetere è delicata soprattutto negli uomini con ipertrofia prostatica perché il lume dell’uretra è ridotto. E’ importante che la persona cerchi di rilassarsi. Per ridurre il senso di fastidio il catetere viene lubrificato prima dell’inserimento e viene applicato dell’anestetico locale. Nell’uomo l’anestetico viene inserito nell’uretra mentre nella donna viene strofinato intorno al meato uretrale.

E’ VERO CHE LA PROCEDURA PER L’INSERIMENTO DEL CATETERE È PIÙ SEMPLICE NELLA DONNA?

VERO. La procedura è più semplice nella donna perché l’uretra, attraverso cui deve passare il catetere, nella donna è breve e rettilinea, mentre nel maschio la situazione anatomica è più complicata e l’inserimento del catetere può essere reso ancora più difficile in caso di ingrossamento della prostata (vedi sopra).

E’ VERO CHE L’USO DEL CATETERE PUÒ CAUSARE COMPLICANZE?

VERO. Ci possono essere complicanze a breve e a medio-lungo termine. Dopo l’inserimento del catetere può aversi l’insorgenza di una crisi ipotensiva, legata al rapido svuotamento della vescica, mentre nel medio periodo si possono verificare episodi infettivi: si stima che la metà delle persone cateterizzate abbiano un’infezione delle vie urinarie, soprattutto quando il catetere rimane in sede per più di tre giorni. Per questo motivo si consiglia di rimuovere il catetere entro 48 ore dall’inserimento.

E’ VERO CHE UTILIZZARE IL CALDO O IL FREDDO SULL’ADDOME PUÒ FAVORIRE LA MINZIONE?

VERO. Per aiutare la persona a urinare può essere utile sia la borsa dell’acqua calda, perché favorisce il rilassamento e riduce la contrazione degli sfinteri, sia la borsa del ghiaccio perché il freddo sull’addome stimola la minzione.

E’ VERO CHE CHI HA AVUTO UN EPISODIO DI RITENZIONE URINARIA ACUTA DOVREBBE TENERE SOTTO CONTROLLO LA QUANTITÀ DI LIQUIDI ASSUNTI E DI QUELLI ELIMINATI?

VERO. Dopo un episodio di ritenzione urinaria acuta è bene tenere sotto controllo la quantità di urina eliminata e la quantità di liquidi assunti. Ogni giorno, se non ci sono altre controindicazioni mediche, bisognerebbe bere circa otto bicchieri di liquidi così da garantire una buona idratazione e ridurre il rischio di stasi urinaria. Per valutare se si ha una adeguata minzione può essere utile indicare su un diario la frequenza degli episodi di minzione, provando a quantificare la quantità di urina. A tal fine è utile sapere che normalmente lo svuotamento della vescica avviene ogni 2-6 ore ma la frequenza varia in funzione della capacità della vescica, ai liquidi assunti e all’accessibilità al bagno. Quando si avverte lo stimolo è bene comunque non cercare di trattenerlo ma svuotare appena possibile la vescica.
Per le persone anziane che utilizzano il pannolone è bene tenere nota di quante volte viene cambiato il pannolone, cercando di quantificare se il pannolone è bagnato molto o poco.

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I presidi per l’incontinenza

I presidi per l’incontinenza dovrebbero essere usati come supporto a una terapia specifica per l’incontinenza stessa. Spesso invece si ricorre per esempio all’uso dei pannoloni nell’anziano per comodità, causando in tal modo un aggravamento del disturbo perché la persona perde anche la poca autonomia residua e diventa dipendente dal pannolone. Con questa Guida si vuole aiutare il cittadino a capire quando occorre ricorrere ai presidi e nel caso quali sono i più adatti per le sue necessità. In particolare si risponderà ai seguenti quesiti:

1. Che cosa si intende per incontinenza?
2. Quali sono i presidi per l’incontinenza?
3. Quando vanno usati i presidi?
4. Come vanno scelti i presidi?
5. Quali sono le complicanze dell’uso dei presidi?

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Somministrazione dei farmaci

Con questa Guida si vogliono presentare ai cittadini i vantaggi, gli svantaggi e le accortezze che occorre avere per le principali vie di somministrazione.
In particolare si vuole rispondere ai seguenti quesiti:

1. Quali sono le vie di somministrazione dei farmaci?
2. Quali sono i vantaggi della somministrazione per via orale?
3. Quali sono i rischi di una iniezione intramuscolare praticata in modo non corretto?
4. Quando è preferibile somministrare i farmaci per via rettale?
5. Quali sono i vantaggi della somministrazione per via transdermica?
6. Quali accortezze occorre avere quando si somministra un farmaco per via oculare?

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Le vaccinazioni pediatriche

Vaccinare il bambino fin dai primi mesi di vita è importante per proteggerlo in modo efficace e sicuro da malattie infettive gravi che lo potrebbero esporre anche a importanti complicazioni. Le vaccinazioni contribuiscono a debellare la diffusione delle malattie infettive: vaccinare il proprio bambino significa proteggere non soltanto lui, ma anche tutti gli altri bambini, anche quelli che non possono essere vaccinati o non lo sono ancora stati. 
Le vaccinazioni, però, mettono ancora molta preoccupazione nei genitori che temono che il vaccino possa avere effetti negativi. Questa Guida vuole aiutare i genitori a conoscere come funzionano le vaccinazioni sfatando alcuni luoghi comuni e fornendo le informazioni necessarie per affrontare una vaccinazione consapevoli dei suoi effetti positivi e dei suoi possibili rischi.
In particolare si vuole rispondere ai seguenti quesiti:

1. Come funzionano i vaccini?
2. Contro quali malattie occorre vaccinarsi?
3. Quando bisogna vaccinare i bambini?
4. Come deve essere somministrato il vaccino
5. Quali sono gli effetti avversi delle vaccinazioni?
6. Come si può tranquillizzare il bambino che deve fare la vaccinazione?

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La gestione delle stomie intestinali

Accettare a convivere con una stomia intestinale, imparare a gestirla e adattarsi alla nuova condizione non è semplice, ma le persone stomizzate devono sapere che se si impara a gestire bene la stomia, rispettando le norme igieniche e seguendo alcune accortezze, è possibile tornare a vivere una vita normale.
Con questa Guida ha come obiettivo far conoscere – a chi deve essere sottoposto a una stomia e a chi ha subito un intervento di stomia intestinale – le principali norme igieniche e le regole pratiche per gestire al meglio la stomia.
In particolare si vuole rispondere ai seguenti quesiti:

1. Che cos’è una stomia?
2. Che cosa bisogna aspettarsi dopo l’intervento?
3. Come vanno effettuati il cambio del presidio e la detersione della stomia?
4. Quale dieta deve seguire un soggetto stomizzato?
 

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La disidratazione dell’anziano

La disidratazione si ha quando c’è un’introduzione di acqua, tramite liquidi e cibi, inadeguata rispetto ai fabbisogni dell’organismo. Tale condizione può avvenire per una carente introduzione di alimenti e bevande o per una perdita di liquidi aumentata (per esempio in caso di diarrea o vomito o quando si suda perché fa molto caldo). L’anziano a causa di una serie di cambiamenti fisiologici che si verificano con l’avanzare dell’età ha un alto rischio di disidratazione con conseguenze gravi per la salute. Si è visto infatti che negli anziani disidratati aumenta il rischio di morte. Si vogliono qui fornire indicazioni ai cittadini sull’importanza di una buona idratazione e sulla prevenzione della disidratazione. In particolare si cercherà di rispondere ai seguenti quesiti:

1. Perché è importante bere molti liquidi?
2. Quanti liquidi bisogna bere al giorno per stare bene?
3. Perché gli anziani hanno un rischio di disidratazione più alto?
4. Come si previene la disidratazione?
5. Quali accorgimenti è bene adottare durante la stagione calda per ridurre il rischio di disidratazione?
6. Quali segni devono far sospettare una disidratazione?

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Trasfusioni di sangue

In Italia la pratica della trasfusioni è ormai sicura: per ridurre i rischi il Decreto ministeriale del 2005 disciplina le attività trasfusionali, definendo una procedura che ricomprende tutte le fasi che vanno dalla donazione all’inoculazione del sangue intero o degli emocomponenti.
Nonostante sia una procedura sicura, la trasfusione di sangue rimane una pratica percepita spesso come rischiosa. Questa Guida vuole aiutare a comprendere che cosa ci si deve aspettare prima e dopo la trasfusione e quali sono i rischi.
In particolare questa Guida risponde ai seguenti quesiti:

1. Che cos’è una trasfusione di sangue?
2. Quali sono i componenti del sangue?
3. Chi ha bisogno di una trasfusione di sangue?
4. Che cosa viene fatto prima di procedere alla trasfusione?
5. Quali sono i rischi della trasfusione?
6. Come si deve fare per donare il sangue?

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Preparazione pre operatoria del paziente

Per fase pre operatoria si intende quel periodo che va dal momento in cui si stabilisce che è necessario procedere con un intervento chirurgico e il momento dell’intervento stesso. Gli studi hanno dimostrato che se la persona è ben informata sull’intervento chirurgico a cui si deve sottoporre e sulle procedure da seguire in fase pre operatoria si riduce l’ansia e anche il rischio di complicanze, in particolare di infezione della ferita chirurgica.
Con questa Guida si vogliono dare quindi indicazioni su come affrontare un intervento chirurgico e in particolare:

1. Come ci si può preparare all’intervento nei mesi che lo precedono?
2. Quali sono le norme igieniche da seguire prima di un intervento chirurgico?
3. Quale è la dieta da seguire il giorno prima dell’intervento?
4. Quali farmaci si devono sospendere prima dell’intervento?
5. Come ci si deve presentare la mattina dell’intervento?

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